Seconda giornata del Medimex con J-Ax, Ivano Fossati, Renzo Rubino. Gran finale con Fabi-Silvestri-Gazzé.

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Medimex

Bari – Irriverente, diretto, umano. Questi tre aggettivi con cui descrivere J-Ax, al secolo Alessandro Aleotti, capostipite del rap italiano, che questa mattina si è raccontato davanti alla platea delle scolaresche presenti al Medimex di Bari, nello spazio della Fiera del Levante, la più grande esposizione musicale d’Italia, in programma fino a domani, 1 novembre.

Nel corso dell’incontro d’autore, condotto da Gino Castaldo, l’artista, accolto dal calore dei tantissimi fan presenti, ha potuto raccontarsi a 360 gradi, ripercorrendo le tappe della sua carriera, senza tralasciare, ovviamente, l’esperienza televisiva come coach del talent The Voice. “Un’esperienza che non tutto il pubblico ha capito”, ha raccontato J-Ax “i miei fan sanno anche bacchettarmi, e sui social network mi scrivono delle cose bellissime e bruttissime allo stesso tempo”. Una carriera lunga e variegata per il rapper, che con l’età è indubbiamente maturato, e ha maturato soprattutto il suo rapporto con la musica: “Sono un uomo di quarant’anni, la mia musica non è solo quella che scelgo, ma anche quella che subisco. Posso ascoltare i Beatles, ma guardavo anche Drive-in. Fino a trent’anni rinnegavo la mia cultura pop-trash italiana, tutta quella musica che ascoltavo da adolescente. Poi ho capito che dovevo recuperarla, perché fa comunque parte di me”. Un J-Ax umano, quindi, modello da seguire per tanti ragazzi, che lui ritiene “intelligenti e affamati di contenuti”. E ritornando sull’esperienza a The Voice, dichiara di averla scelta perché l’ha interpretata come: “Un segno dal cielo. E poi adoro la Carrà, una donna che ha saputo sdoganare certi tabù in televisione e che mi ha trattato bene da ragazzino”. Si commuove, si emoziona, come qualunque essere umano, quando ricorda il suo incontro con Sophia Loren, “Mi feci una foto con lei e mi dissero di sorridere. Ero troppo occupato a non svenire”.

Totalmente di diversa fattura, ma nettamente più emozionante, è stato invece l’incontro d’autore che Gino Castaldo ha avuto con Ivano Fossati, da tempo ritiratosi dalle scene e dedito alla scrittura. Che, a suo dire, “é il mestiere che ho sempre considerato più adatto a me. Preferisco scrivere, anche per altri interpreti, piuttosto che fare le tournée”. E non è sempre detto che chi sa scrivere canzoni possa scrivere dei romanzi, “io, per esempio, non riesco neanche a scrivere una mail. Troppo spesso le persone non sanno cosa dire. Io, da fruitore, chiedo solo di essere affascinato, da musica, libri, film. O almeno di divertirmi”. E a chi gli chiede quale sia la sua giornata tipo, ora che si è ritirato dalle scene, risponde così: “Suono, studio musica indisturbato nel mio angolo del blues. Probabilmente fra 2/3 anni sarò ancora più bravo di quando facevo dischi”.

La Puglia sul palco del Medimex ha avuto il suo degno rappresentante in Renzo Rubino, intervistato nell’incontro pomeridiano da Nicola Morisco. Fiero di provenire da una terra a suo dire “luminosa”, Renzo ha voluto intervallare il racconto della sua esperienza musicale con l’esecuzione di alcuni brani live, cominciando con quella “Bignè” che nel 2011 lo rese noto al grande pubblico al Musicultura Festival di Recanati. Pubblico che lui ama, perché si canta “non solo per se stessi, ma anche per gli applausi. E poi ho iniziato col teatro, perché amo il rapporto col pubblico senza barriere”. Dal suo esordio con i KTM, acronimo di un’espressione in dialetto non proprio ortodossa, fino al palco dell’Ariston, il percorso di Renzo Rubino ha vissuto un’orgogliosa impennata, condita da un pizzico di ingenuità e incoscienza con le quali ha presentato la controversa “Il Postino (Amami Uomo)” al festival di Sanremo. Sanremo di cui ha pochissimi ricordi, tra cui “una signora in terza fila che mi guardava con la bocca spalancata”. Voce, piano, composizione e arrangiamento sono le quattro qualità di Renzo Rubino, che si sforza di proporre prodotti diversi dagli standard, ma ha voglia di scrivere e raccontarsi, perchéincuriosito dalle persone che ha intorno. Rivelando perfino che la canzone “Ora” l’ha scritta in metropolitana, ma è sempre ispirato dai grandi cantautori del passato come Modugno e Tenco.

In programma domani, sabato 1 novembre, la giornata conclusiva del Medimex prevederà la consegna dei premi Academy Medimex, che saranno ritirati da Cesare Cremonini (miglior album con “Logico”) e Rocco Hunt (artista rivelazione dell’anno). Levante (miglior opera prima) e Caparezza (miglior videoclip con “Non me lo posso permettere”) non saranno presenti. Gli incontri d’autore in programma vedranno protagonisti il trio composto da Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, Violetta e Michele Bravi di X Factor. Don Joe dei Club Dogo e il rapper Mondo Marcio saranno invece protagonisti di un panel dal titolo “La figura del producer nel Rap: dal sample alla hit”, in programma alle 17.30. Ulteriori informazioni sul programma sul sito www.pugliasounds.it/medimex.

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