Identità e relazioni nella società contemporanea: una conversazione all’ombra di Sant’Antonio Abate

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La sera del 12 gennaio, nel Santuario del Santo Patrono Antonio Abate a Novoli, si è svolto l’intenso incontro sul tema dell’alterità che ha visto confrontarsi – sotto la guida del dott. Antonio Soleti, giornalista e direttore di Paisemiu.com – personalità accademiche quali il prof. Fabio Ciracì, presidente del corso di studi di Filosofia presso l’Università del Salento, il Prof. Luigi Spedicato, sociologo e docente presso l’Università del Salento, ma anche e non da ultimo Fra Angelo De Padova, Cappellano dell’istituto penitenziario di borgo San Nicola in Lecce, il quale ha donato la sua preziosa esperienza ad una platea di persone toccate dall’umanità del suo racconto. Un momento organizzato dall’associazione ‘Fucina Sociale’ al cui vertice organizzativo vi è Simone Caricato che con premura si attiva sul territorio per promuovere la cultura, il confronto, la crescita. Un incontro il cui spessore ha avuto sul suo sfondo la festa della comunità novolese e che ha attraversato, tanto da un punto di vista filosofico quanto psicologico e antropologico, la questione dello scambio umano, della diversità, o più precisamente degli “altri” come si evince dalla utile etimologia da cui deriva la parola Alterità. E così, accompagnati dalle parole del Prof. Fabio Ciracì si è toccato il nucleo di alterità e di identità, attraverso l’elegante metafora dei “facili fili che si possono utilizzare per muoversi verso qualcuno”, sottolineando che è il confronto l’unica possibilità; e non possiamo avere la pretesa di conoscere tutto né di noi né degli altri.

In questo percorso incontro all’altro un ruolo strumentale lo svolge dunque la cultura, come evidenziano le parole del prof. Fabio Ciracì per il quale “La cultura è una conquista così come lo è l’amore, ma in mezzo c’è un’enorme fatica, ed è molto più facile confliggere con l’altro che mettersi faticosamente a lavorare sull’esperienza comune. Donare è faticoso. Ma l’alterità è l’unica speranza che abbiamo per fare dell’altro un valore aggiunto e non un ostacolo per prevalere”. Un’alterità, che tra i tanti argomenti citati, il Prof. Luigi Spedicato illustra ricorrendo alla persona di San Francesco il quale attraverso l’atto di fede si ricongiunge e arricchisce della pienezza altrui, dichiarondosi povero per vivere con i poveri. 

È un’esperienza umana e profonda quella di mescolarsi con l’altro come ha raccontato Fra Angelo De Padova, che ha sensibilizzato sulla diversità di quello che viene descritto come il male della società – il carcere nonché i carcerati – i quali non sono altro che esseri umani che hanno paura, che sono deboli e che hanno bisogno di piangere lacrime: lacrime raccolte proprio da Fra Angelo, il quale ha accettato la sfida dura di mettersi faccia a faccia con chi è confinato in un mondo “diverso”, ma traendone al contempo una grande ricchezza umana. 

Un confronto formativo prima di tutto che si è chiuso con soddisfazione e applausi nella magica atmosfera dell’avvento della sacra festa di Sant’Antonio.