Luigi Madaro, un intellettuale novolese del XX secolo

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Chissà quante persone si sono trovate a percorrere via Luigi Madaro, una strada poco distante dalle Scuole Medie di Novoli (Le), senza sapere che il nome corrisponde ad un illustre personaggio della storia locale. In realtà, se si considera la presenza di altre strade limitrofe con nomi di letterati, storici, politici, artisti, ecc., che hanno dato lustro all’Italia, possiamo affermare che il nome di Luigi Madaro si trova in buona compagnia e tra suoi simili.

Il focus non è lo studio del nome delle vie (odonomastica) della cittadina salentina ma far conoscere e ricordare, soprattutto ai giovani, un raffinato intellettuale che ha dedicato la sua vita al libro come strumento di comprensione, di educazione, permettendo a tutti di ‘viaggiare’ con la mente e, non per ultimo, perseguire l’obiettivo dell’aumento della presenza di lettori nelle biblioteche.

Trattasi di obiettivi che Madaro persegue nella sua vita professionale come emerge da ogni suo approccio e relazione con il mondo librario. Accade, per esempio, leggendo un suo articolo La Biblioteca civica di Torino nel 1930: relazione del direttore, pubblicato su «Torino. Rivista Mensile Municipale edita a cura del Municipio di Torino» (febbraio 1931) ove si riferisce dell’incremento dei lettori dovuto anche al trasferimento della biblioteca dal Palazzo municipale alla nuova sede in Corso Palestro. Considerando altri aspetti, tra cui il suo impegno professionale e la sua visione lungimirante, può essere immaginato un antesignano della lettura intesa come «immortalità all’indietro», per dirla con Umberto Eco.

Volendo fornire qualche notizia biografica, Madaro nasce a Novoli il 25 gennaio del 1897, si laurea in lettere e consegue il diploma in paleografia all’Università di Napoli. È molto sintomatico, sbirciando nel mondo dei libri, trovare citato il suo nome all’interno di volumi che trattano di filologia classica, letteratura italiana, storia, biblioteche, ecc. poiché si intuisce lo spessore dello studioso.

Per coloro che desiderano avere maggiori notizie segnalo la scheda biografica alquanto dettagliata su Madaro all’interno del volume: Enzo Bottasso, Dizionario dei bibliotecari e bibliografi italiani dal XVI al XX secolo (Roberto Alciati a. c.), pubblicato dall’ Accademia Valdarnese del Poggio (2009).

Ritornando su alcuni importanti incarichi dello studioso novolese, ricordo la direzione della Biblioteca civica di Alessandria (1923), compreso il Museo e la Pinacoteca, con relativa pubblicazione dell’inventario dei manoscritti nella Guida generale della provincia di Alessandria.

Dal 1926 dirige la Biblioteca Civica di Torino riorganizzando con molta cura e con criteri più moderni la Biblioteca, successivamente inaugurata nell’ottobre 1929.

Nei due anni consecutivi ricopre l’incarico per il riordinamento della Biblioteca Civica di Biella, inaugurata nell’ottobre 1932. Per comprendere la dedizione allo studio e la conoscenza specifica nel campo della biblioteconomia e il rispetto per il libro, segnalo la sua relazione La Biblioteca Civica di Torino nel Biennio 1932-33 (IX-X) in TORINO Rassegna mensile della città Anno XIII Aprile 1933-XI, Numero IV.

Nello stesso anno lo studioso è docente di discipline afferenti alla storia del libro e della bibliografia presso la facoltà di Magistero e dal ’36 dirigerà le biblioteche torinesi del Consorzio per le biblioteche popolari aprendone una “centrale”.

Nel ’37 cura il volume Carteggi di Vincenzo Gioberti vol. V, Lettere di illustri Italiani a Vincenzo Gioberti con Proemio e note curate da lui per Vittoriano, Reale Ist. per la Storia del Risorgimento Italiano, 1937, Vol. XX.

Riflettendo sugli anni torinesi ove egli vive fino alla sua scomparsa (19 febbraio del 1948), sembra che ad unire idealmente la cittadina natale con quella di ‘adozione’ sia ancora il libro («Galeotto fu il libro»).

In Celebrazioni dei grandi piemontesi. Anno XIII Torino/ Itinerari storici, nei cinque itinerari della città per conto del Comitato Manifestazioni Torinesi, 1935, tra gli autori c’è anche Madaro.

All’interno del secondo percorso, a firma di Augusto Cavallari Murat, (La Valle di Susa) troviamo un primo indizio che lega il culto e la Chiesa Sant’Antonio Abate di Novoli con l’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso ove si fa menzione di «due vivi e perfetti contadini offerenti a S. Antonio i tradizionali porcellini». Il terzo itinerario (Torino) è redatto proprio dallo studioso novolese. Scorrendo le pagine colpiscono i dettagli di carattere storico, artistico, architettonico che testimoniano una personalità dalla viva cultura umanistica, dalla coscienza storica e di un’autentica sensibilità per il bello. Uno studioso e uomo che mi piace immaginare abbia utilizzato la stessa sagace premura nel curare i libri anche con le persone che lo hanno incontrato.

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Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

2 COMMENTI

  1. Con questo cognome ricordo da ragazzo Ferruccio Madaro Sindaco di Novoli, un cognome ricordato anche in Piemonte in particolare modo a Torino, poi straordinariamente due luoghi si incontrano l’Abbazia di Ranverso ed il Santuario di Novoli accomunati per il Culto e devozione al nostro Patrono e Protettore Sant’Antonio Abate,
    un saluto dai Novolesi residenti a Torino Ersilio Teifreto

  2. Buonasera Sig. Salvatore potremmo ricevere il link dove vinee collegato Novoli a Ranverso.
    Il terzo itinerario (Torino) è redatto proprio dallo studioso novolese. Scorrendo le pagine colpiscono i dettagli di carattere storico, artistico, architettonico che testimoniano una personalità dalla viva cultura umanistica, dalla coscienza storica e di un’autentica sensibilità per il bello. Uno studioso e uomo che mi piace immaginare abbia utilizzato la stessa sagace premura nel curare i libri anche con le persone che lo hanno incontrato.
    un saluto da Torino Ersilio Teifreto devoto e volontario a Sant’Antonio di Ranverso

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