“La misura del Tempo” di Gianrico Carofiglio

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La storia di un processo, ma non solo, si dipana nelle pagine dell’ultimo romanzo di Gianrico Carofiglio, “La misura del tempo”, e viene svelato al lettore con uno stile coinvolgente ed accurato.

La vicenda è incentrata e ruota intorno a Jacopo Cardaci, un ragazzo accusato di omicidio volontario e condannato in primo grado. La madre dell’accusato, Lorenza, un tempo donna affascinante, enigmatica e seduttivam, ex fiamma dell’avvocato Guido Guerrieri noto penalista, profondamente cambiata dallo scorrere del tempo, si reca nello studio per chiedere di assumerne la difesa.

Nei ricordi ormai sbiaditi di Guido, fatti di squarci improvvisi, Lorenza appare delinearsi come una donna bellissima con “lunghe eleganti sopracciglia nere, capelli foltissimi e mossi, un viso di altri tempi, con uno sguardo in equilibrio fra malinconia e arroganza”. Una ragazza che con il suo charme, ventisette anni prima, aveva ammaliato e sedotto il giovane praticante. Dopo tanti anni quella stessa donna  con la sua bellezza visibilmente svanita in un pomeriggio di fine inverno si reca nel suo studio, è senza soldi, senza un appiglio, senza speranze. “Era lì davanti a me, a quel punto sapevo benissimo chi fosse, ma ugualmente non ne avevo la più pallida idea”.

Guido accetta il difficile incarico probabilmente perché sa di doverlo fare, per esorcizzare malinconie legate ad un passato mai del tutto trascorso. Con lo scorrere del tempo, il suo ricordo è confuso, fatto solo di fantasticherie senza forma, privo di nostalgie.

Un romanzo coinvolgente che appassiona in tutti i suoi passaggi, dove si mostra magistralmente il tempo delle testimonianze e delle indagini giudiziarie e poi c’è il tempo che scorre, galoppa inesorabile, alternando e scandendo momenti lenti durante i quali è come se trattenesse il fiato, ad accelerazioni improvvise ed inaspettate. Il tessuto narrativo contiene in sé al contempo,  il racconto giudiziario e le dissertazioni su un tempo che passa e si consuma, il tempo come “entità incomprensibile” che trascorre e travolge tutto. “Hai fatto caso, Guido, a come la vita sembra accelerare con l’età”.

Lo stile è chiaro, elegante fatto di una prosa malinconica e intimistica; i personaggi appaiono fortemente caratterizzati, funzionali nella trama del romanzo ad esprimere quei valori etici in relazione ai temi della giustizia e della sua applicazione. Una sfida processuale, dove si inanellano colpi di scena in un viaggio appassionante nei meandri della giustizia… con un finale a sorpresa.