«Sii te stesso, i pregiudizi sono un problema altrui». Nella discoteca gay la lezione di Eva Henger

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Eva Henger

L’emozione è innegabile quando la mitica Eva Henger appare in prossimità del camerino al Picador Village, discoteca sita fra Gallipoli e Taviano. Bellissima e cordiale. Animatrice a vario titolo, almeno una volta, dei pensieri fantasiosi di ogni maschietto. Gli occhi scintillanti, sorriso delizioso. Ospite d’onore della festa svoltasi lo scorso 8 luglio per il decimo compleanno del noto luogo di ritrovo per i campioni di una identità di genere alternativa, ma non esclusivamente per loro.

Ci accoglie in camerino, spontanea e un po’ timida: curve a parte, non sembra essere stata protagonista di film per adulti. Rispondendo alle nostre domande ride, si diverte, ironizza su se stessa quando ricorda la trasmissione televisiva per la tv di Stato in cui leggeva poesie, ma che andava in onda a mezzanotte e quindi, rammenta, è passata inosservata. Così fatata, Eva Henger, è facile assegnare, per puro gioco dell’immaginazione, le sue fattezze a Erato, la musa della poesia amorosa. Lei il suo canto d’amore lo dedica all’Italia, le piace per la concentrazione di bellezze naturali che offre e per la varietà dei paesaggi. Conosce anche il Salento, vi è già stata. «Mi piace tantissimo – riferisce la conduttrice di trasmissioni televisive -. Sono stata anche a Trani, altro luogo della Puglia, per girare un film, e lì mangiavo tutti i giorni il polpo croccante con il purè di patate: oltre alla meraviglia della natura, questa è un’altra meraviglia che mi ricordo volentieri». Nella cittadina in cui si può ammirare la famosa cattedrale romanica, ricordiamo, l’attrice ungherese ha lavorato in “Bastardi”, otto anni fa, insieme a Enrico Montesano, Giancarlo Giannini, Franco Nero e Barbara Bouchet. Nel cuore di Eva Henger sono rimasti «il mare, il calore della gente e la natura» del Salento.

Timida, ma forte: la bella magiara ha patito, da bambina, problemi familiari a causa della condotta del padre, che collezionava matrimoni. Poi la carriera di attrice in film a luci rosse, un lavoro che attira gli strali dei benpensanti. Gli attacchi di panico e la claustrofobia conseguenti alla morte del primo marito, Riccardo Schicchi. Ma nonostante i dolori e i pregiudizi, Eva non ha mollato la sua strada. Lei sì, può incoraggiare chi, per le proprie inclinazioni, finisce per essere additato. Come gli habitué del Picador Village. «I problemi non erano miei, erano problemi degli altri – riferisce -. La stessa cosa vale per le persone che amano lo stesso sesso, che sono gay. Tu vivi la tua vita: sii te stesso, sii felice, perché sei una persona meravigliosa. Se ti accetti, ami te stesso e ti ameranno gli altri. Se tu non ami te stesso, chi vuoi che ti ami?». La saggezza di Eva Henger: «I problemi sono sempre quelli degli altri. Se tu lasci entrare i problemi degli altri nella tua vita soffri; se invece li ignori puoi essere tranquillamente felice. L’importante è che non ti faccia costringere dal pregiudizio e dalla volontà delle altre persone».

Anche il lavoro contribuisce alla felicità, ma oggi è un miraggio. Il cinema hard è ancora una scorciatoia per riuscire a sbarcare il lunario?
«Questo è un falso mito – indica decisa Eva – perché poteva essere una scorciatoia forse prima che arrivassi io, ai tempi di Ilona e Moana. Poteva essere una scorciatoia perché era una novità, ma era anche un grandissimo limite, in quanto potevi arrivare, come Moana, che era una donna stupenda, molto più velocemente al successo, ma del cinquanta per cento di quanto altrimenti avrebbe impiegato. Al cento per cento di quello che meritava però non è riuscita ad arrivare, perché i pregiudizi di cui abbiamo detto prima hanno bloccato tantissimi altri progetti. Perciò io credo, anche per esperienza personale, che si debba fare quello che ci si sente di fare. Se tu vuoi fare il cinema porno, fallo. Ma se tu hai un altro obiettivo, non fare il porno: vai dritto verso il tuo obiettivo. Poi, nella vita le scorciatoie sempre sono esistite, è ipocrita chi non lo dice: certe amicizie, certe conoscenze e parentele hanno sempre aiutato e credo che nessuno dica di no davanti a una facile strada. Non per questo devi vendere l’anima e altre cose».

Purtroppo invece la mercificazione delle anime esiste, eccome. Anche in politica. È nota opinione di Eva Henger che il suo primo marito, Riccardo Schicchi, sarebbe stato un presidente della Repubblica italiana migliore anche di Mattarella. Lui, ha rivelato in altra intervista la soubrette, scriveva i discorsi parlamentari a Ilona Staller.
«Sicuramente Riccardo faceva la politica col cuore, oltre che con la testa – è convinta l’attrice -. Si fece fare una caricatura dove c’erano la faccia sua che sorrideva e i capelli di Ilona con la coroncina mentre era in Parlamento, perché diceva che quella era la vera Cicciolina». Provochiamo: c’è del porno in politica? «No. Non c’è nessun porno perché quello di Schicchi era pulito, quello degli anni Settanta, che non era proprio porno. Anche perché “porno” è una brutta parola. Era la libertà sessuale che lui predicava, una sorta di Woodstock: era una cosa libera, mentre il porno è un ghetto».

Molto si è scritto della bella Eva, ma una curiosità è ancora insoddisfatta. Cosa le piacerebbe che un uomo apprezzasse di lei quando la incontra per strada?
«Non me ne frega niente (scoppia a ridere; ndr). Io guardo un uomo , guardo cosa apprezzo in lui: se apprezzo qualcosa ho forse interesse che mi apprezzi». Ride, si diverte. La curiosità resta. Eva, cosa ti piacerebbe che un uomo apprezzasse? Ridiamo, si è un po’ imbarazzata e si è chiusa in difesa. Catenaccio anche quando le chiediamo dei progetti imminenti. Per scaramanzia, come le insegnò Schicchi, non vuol parlarne. Altrimenti le soffiano il contratto, spiega. Poi sale sul palco, applauditissima. E alla prima domanda che le rivolgono puntualizza con voce timida un concetto fermo: «Per me non esistono gay, lesbiche o trans: io vedo solo persone». Ovazione. Splendida Eva.