La parabola della vita: quando un agricoltore, zappando, suonò il piano

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Immaginate un pianoforte in mezzo ad un terreno da arare, un opaco sole autunnale e un contadino intento a preparare gli attrezzi prima di affondare la propria zappa nella terra e dare il via alla magia che renderà quel terreno fruttuoso. Silenzio! Una musica di altri tempi proviene da quel piano, musica che solo ad immaginarla fa venire le lacrime, al contempo il nostro contadino munito di zappa, inizia a tirare con forza colpi sul terreno, producendo suoni sordi che solo chi è cresciuto in questi contesti saprà riprodurre mentalmente.

Ad un tratto i due suoni, del piano e della zappa, si mescolano tra loro donando bellezza l’uno all’altro; le mani del pianista che picchiano sui tasti, quelle dell’agricoltore che martellano il terreno, ed è così che l’essere umano si intreccia intrepidamente alla natura laboriosa, il suono della terra come quello prodotto da un piano, le mani che picchiano contro qualcosa che produce musica, come se non ci fosse mai stata differenza tra un pianista ed un agricoltore.

Chi zappa la terra, chi si alza all’alba, sa che dovrà immergersi nel creato per dar vita ad opere d’arte come i frutti della terra, così come un pianista che compone, sa che dovrà stupire il suo pubblico con suoni paradisiaci che produrranno un’opera d’arte. Entrambi sono creatori, entrambi sono immersi nella propria musica che produce benessere, entrambi sono interconnessi a qualcosa di imprescindibile come la natura. La differenza tra i due sta nella tempistica, il pianista produce al momento per il pubblico, l’agricoltore deve attendere; in entrambi i casi però ci vogliono sacrifici, anni e anni di studi per poter imparare gli accordi, per poter imparare i trucchi giusti di un raccolto perfetto. E’ un po’ la parabola della vita di ognuno di noi, si parte pian piano con la conoscenza dei tasti e la forma dei semi, un esercizio fondamentale come quando si è a scuola per imparare a leggere e scrivere; pian piano, si iniziano a capire gli accordi e il periodo dell’anno  in cui si pianta qualcosa, si inizia quindi a capire la vita prendendola per com’è, bella e brutta (è la sua prerogativa); finché un giorno, tutto apparirà chiaro, quei tasti del pianoforte diventeranno parte di noi, così come i segreti dell’agricoltura, con tutti i suoi principi naturali imprescindibili, ed è proprio a questo punto che un giorno ci guarderemo allo specchio, comprendendo che la vita non è poi così difficile, basta vivere, andare avanti, e mettere in pratica tutto ciò che si è imparato con gli anni, senza mangiarsi così tanto la testa, si suona, si balla, si raccolgono i frutti dei propri sudori; in questo immaginario l’agricoltore e il pianista si fonderanno per far capire ai più stolti, che entrambi, sono la stessa persona, capace di suonare la melodia del mondo e piantare i frutti della nostra terra.

Classe ‘86, vive a Squinzano, piccolo paese della provincia di Lecce. Fin da adolescente manifesta una forte passione per la scrittura, percepita come insostituibile mezzo di espressione personale e di comunicazione diretta al cuore delle persone. Appassionato di arte, storia ed archeologia, cresce nel quartiere di Sant’Elia, luogo ancora ricco di mistero, dove conduce ricerche e studi su un convento del 1500, effettuando numerose e importanti scoperte archeologiche che gettano nuova luce sul complesso monastico. Scrive su diversi blog e giornali come “Salento Vivo”, “Spazio Aperto Salento”, “L’ORticA”, “Il Trepuzzino”. È in procinto di pubblicare la sua prima raccolta di scritti con Aletti Editore.

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