Lo Schiaccianoci di Franzutti  nella magia del sogno

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Lecce – Grande successo di pubblico nei giorni 2, 3 e 4 Dicembre 2022 per il Balletto del Sud, al Teatro Apollo di Lecce, con “Lo Schiaccianoci”, il balletto in due atti basato su un racconto di E.T.A Hoffmann, musica di P.I. Cajkovskij, con le scene di Francesco Palma, le luci di Piero Calò, e le coreografie di Fredy Franzutti, che ha voluto regalare ai suoi affezionati spettatori una meravigliosa rappresentazione, immergendoli in quel clima Natalizio non traboccante di mielosa bontà, grazie al fatto che Franzutti, il Direttore di una delle compagnie di balletto più famose al mondo, ama Tim Burton, al secolo Timoty Walter Burton, regista, scrittore, sceneggiatore animatore e disegnatore oltre che produttore cinematografico statunitense, ed ha saputo integrare la fiaba con un personaggio della famiglia Addams, chiamato “Mercoledi”. Dunque, “Clara” si è trasformata in “Mercoledì”, il personaggio immaginario nato nel 1940 da Charles Addams, divenuta anche una serie televisiva, con Jenna Ortega, proprio diretta dallo stesso Burton, autore anche di “Edward mani di forbice” ed esperto di dark ed horror. Scherza Franzutti nel presentare la sua nuova creazione, sottolineando che già ai tempi di Gesù, i Re Magi si presentarono con dei regali, proprio come quelli che vengono portati in scena, passati di mano in mano e posti via via sotto il grande albero di Natale. È una delizia per le orecchie ed un’emozione per il cuore sapere che, come spesso accade negli spettacoli di Franzutti, ci sia la musica dal vivo.

L’Orchestra Sinfonica Oles, diretta dal M° Eliseo Castrignanò inizia a suonare a sipario chiuso. Le musiche, scritte appositamente per questo balletto, che come dicevamo, parte dal racconto “Schiaccianoci e il re dei topi” di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, artista poliedrico: scrittore, giurista, compositore e pittore, poi rivisto e addolcito da – Alexandre Dumas padre con “Storia di uno schiaccianoci”, sono state composte da Petr Il’ic CajkovskijI, che ricevette molti suggerimenti dal celebre ballerino e coreografo Marius Petipa e volle l’utilizzo di uno strumento detto Celesta. La prima rappresentazione fu a Pietroburgo, nel Teatro Marijinskij, il 5 Dicembre 1892 con le coreografie di Lev Ivanovic Ivanov, da molti considerato “L’anima delle danza russa”. I regali sotto l’albero ed il succedersi dei tanti ospiti accorsi per la festa, animano la scena iniziale. Poi, entra il signor Drosselmeyer, eccentrico e colorato, dai capelli ricci e rossi, con un ombrello bianco e nero. Clara è lì, come “Mercoledì”, vestitino grigio e lunghe trecce, è la figlia del sindaco, il dottor Stahlbaum che ha organizzato la festa, ciononostante ha un’espressione malinconica. Osserva in disparte lo zio Drosselmeyer danzare. Invitata più volte, benché un po’ riluttante, vince la sua timidezza e balla con lui. Certo potrebbe indossare qualcos’altro, tagliare i capelli, così almeno vorrebbe chi le sta accanto, ma come narra la filastrocca Monday’s Child, “Mercoledì” è triste, forse proprio perché è nata in questo giorno. Strana e solitaria, come lo stesso Tim Burton dice di essere, capace però attraverso i suoi personaggi e all’interno di atmosfere gotiche e fiabesche, di raccontare temi di emarginazione e solitudine.

La festa continua ed alla ragazza viene consegnato in dono, un grande schiaccianoci di legno che pare un soldatino, ma gli astanti lo vogliono toccare, e lo tirano, chi da un lato chi dall’altro, fino a romperlo. Prontamente però Drosselmeyer lo sistema e poco dopo, Clara si addormenta. Cala un grande sipario velato e le luci catturano lo spettatore trasportandolo in quel sogno, dove tutto è ingigantito. Ora un esercito di topi tenta di rubare lo Schiaccianoci, e questi si tramuta in un affascinante e giovane soldato dai pantaloni azzurri e la giacca rossa coi bordini dorati, anche Clara sembra diversa. È nel “valzer di fiocchi di neve” che appare la magia del Natale, fiocchi argentati di neve cadono giù, inattesi e lenti. Nel secondo atto è un tripudio di danze e di colori esaltati dalla bellezza dei costumi. Tornano le atmosfere gotiche ed il gioco di ombrelli, che roteando fanno apparire e scomparire i personaggi. Ed è il risveglio di Clara, forse con una nuova consapevolezza e il desiderio di essere felice. Questo “Lo Schiaccianoci” di Franzutti, che s’inserisce nel periodo natalizio della consueta esacerbata bontà e fittizia inclusione. Ben venga il messaggio burtoniano, quello della solidarietà e del superamento della solitudine, attraverso quell’unico motore di ricerca, che tutti dovremmo, e non solo a Natale, avviare: “l’amore”.

Un lungo e scrosciante applauso saluta i protagonisti di questo balletto: Nuria Salado Fustè, Matias Iaconianni e Robert  Creach Chacon tutto il corpo di Ballo. Prossimo appuntamento Sabato 18 e Domenica 19 Febbraio con “Il Cigno” ad 80 anni dalla morte del coreografo Michel Fokine.