Il momento dell’accensione della Focara a Novoli: un rito che accomuna tutti e porta gioia

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Accensione Fòcara 2015

Novoli (Le) – Puntuali, come ogni anno, ieri Novoli ha accolto genti venute da ogni dove ed attratte dalla Fòcara, il più grande falò del mondo eretto in onore e devozione del Santo anacoreta, Antonio Abate.

Proprio la Fòcara, ieri sera, a partire dalle 20.30, è stata la protagonista indiscussa della serata, culmine di un lavoro, faticoso e sacrificante che la Fondazione, il Comitato festa, l’Amministrazione Comunale e la cittadinanza tutta hanno svolto per rendere sempre più originale ed emozionante un momento tanto atteso come quello dei “Giorni del fuoco”, ossia i giorni dedicati al culto del Santo Patrono.

Per descrivere in maniera più realistica l’evolversi della serata di ieri, abbiamo chiesto alla gente raccolta intorno al falò le emozioni a caldo che hanno vissuto e, diciamo, respirato prima e dopo lo spettacolo dell’accensione.

Quello che gli occhi di un normale osservatore profano potevano cogliere ieri sera può essere riassunto come un momento, un appuntamento che convoglia ogni anno migliaia di  fedeli devoti a Sant’Antonio Abate.

In realtà, la piccola comunità novolese, vive questi giorni di festa non solo con vera devozione, ma anche con trepidazione e vanto, perché sente proprio un rito che nel corso dei secoli si ripete, si evolve e  migliora sempre di più e che  consente a tutti i cittadini di identificarsi  con la propria comunità.

In effetti ogni rito religioso non fa altro che ripetere formule e atti che divengono vere e proprie norme per tutti i partecipanti. L’atmosfera che si è venuta a creare ieri sera è stata definita magica e, sicuramente, chi ci ha lavorato ne sarà molto soddisfatto ed entusiasta.

Alle ore 19.30 la gente era in attesa tutt’intorno al falò: ognuno, nel suo piccolo, cercava di trovare una posizione privilegiata per fare foto, video o semplicemente poter  osservare al meglio lo spettacolo dell’accensione.

C’era una fibrillazione palpabile.

“Non riesco a spiegarti le mie emozioni – ci dice Marianna, anche lei in fervida attesa per lo spettacolo a cui si prepara ad assistere -. Sono ansiosa, ma anche orgogliosa per quello che noi novolesi riusciamo a realizzare. Ogni anno dentro di me c’è  sempre l’entusiasmo e l’orgoglio di vedere il nostro falò ed i miglioramenti  dal punto di vista organizzativo  e non solo. La cosa più bella, per me,  è  questa attesa. Quando lo spettacolo ha inizio quasi sempre mi emoziono. Quest’anno mi aspetto di più rispetto l’anno scorso. Infatti l’anno scorso penso che un po’ tutti sono rimasti delusi dall’accensione, perché, forse c’è stato poco impegno, poca cura nei dettagli…”

Poco prima delle otto lo spettacolo ha inizio. Sulla Fòcara viene proiettato un video che calamita l’attenzione dei presenti: il gioco delle ombre che riproducono il rituale della costruzione del falò accompagnato dalla spiegaziona in dialetto dei “maestri” che, di generazione in generazione, si tramandano e si appassionano alla sapiente costruzione di questo singolare monumento, cattura l’attenzione di grandi e piccini.

A seguire, l’affascinante spettacolo degli Xarxa Teatre: artisti che hanno danzato in cima alla Fòcara, una sorta di lampadario umano che  si muoveva a ritmo di musica delle campane e, in un secondo momento, hanno fluttuato in una sorta di veliero volante seguiti da un enorme pesce.

Il momento clou per eccellenza  per tutti è stato quello dello spettacolo pirotecnico e la successiva accensione dell’enorme pira.

Gli spettatori hanno atteso con ansia e le loro aspettative non sono state affatto disattese. Il gioco di luci, colori, musica  ha suscitato emozioni, stupore, donando sensazioni piacevoli a chiunque. 

Un grande successo, dunque. La gente era entusiasta: tutt’intorno si  potevano scorgere visi compiaciuti e positivamente meravigliati. “Siamo rimasti sinceramente stupiti – ci racconta un fedele venuto da Foggia –  Il falò, le danzatrici e, soprattutto, l’effige del santo che è stata incendiata ed issata davanti al falò sono stati uno spettacolo che rimarrà impresso nella mente e nel cuore. Ci è piaciuto davvero molto lo spettacolo e ne è valsa la pena vederlo dal vivo”.

Un riscontro davvero positivo, con buona pace di tutti, soprattutto degli scettici e di chi non perde occasione di criticare, denigrare e scoraggiare gli sforzi altrui. Un motivo di vanto e soddisfazione per tutti, nessuno escluso: perché la devozione e la festa non può avere colori politici né ingenerare discriminazioni di sorta. La festa è di tutti, certo, ma soprattutto è dei novolesi. E questo loro lo sanno e ne sono fieri.

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