Vita di coppia ai tempi del Coronavirus

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È buio, è giorno, e fu sera e fu mattina, recitano i passi della Creazione. Condannati alla routine in un contesto surreale anche nella fase di ripartenza, uomini e donne, giovani e meno giovani, bambini e anziani dividono insieme il peso della distanza fisica ed emotiva imposta dal Covid 19. È terribile in particolare per noi mediterranei essere succubi di un virus per le sue valenze che caratterizzano l’allontanamento e l’alienazione degli affetti. Il nostro rinencefalo che è il cervello più antico preposto al godimento degli odori è il più penalizzato. Secondo gli studiosi il profumo della pelle è fondamentale nella vita degli esseri umani, che scandisce dei precisi momenti, infatti l’odore della madre fa sì che l’adulto lo ritrovi in una simil fragranza nella scelta del proprio partner. L’esperienza erotico-sessuale è libertà di movimento, espressione di emozioni che non possono essere bloccate, chiuse e soffocate. Eppure in questo momento storico dove tutti siamo tenuti a forti restrizioni preventivo-sanitarie, le coppie in particolare stanno affrontando la dimensione sessuale in modo disagiante e comunque lontana dalle piacevoli esperienze della quotidianità che abbiamo sempre conosciuto.

Si vive la coppia come in una sorte di abisso, in cui ciascuno pensa alla propria sopravvivenza, oltreché fisica, particolarmente emotiva senza l’altro. Non “respirare la propria metà” e quindi meno amore da vivere. È triste pensare di doversi abituare, si spera per un po’, a “tenersi a debita distanza”, a doversi adattare a questa realtà grama, al silenzio dei sentimenti. Pare di essere tornati a cinquanta anni fa, quando si era maggiormente soliti esperimentare l’amore platonico per poi proiettarsi nel futuro prossimo, sognando. A noi è stata negata anche questa possibilità, solo i più ottimisti si preparano psicologicamente al dopo-coronavirus intanto la psicosi del coronaville (realtà del coronavirus) avanza. Il desiderio dell’amore fisico è frustrato, secondo la dialettica psicologica, si assiste ad uno spostamento dello stimolo, a quello psichico si sostituisce quello fisico, il bisogno di mangiare per soddisfare pure la fame emotiva, come prova il largo consumo di cioccolata e la preparazione di dolci in genere. Appare difficile conservare in maniera salda il proprio legame amoroso, ma in verità si intensificano i desideri più profondi. Si conferisce più valore alle piccole cose, si dà la precedenza quando ci si siede a tavola, si regalano dei fiori, raccolti in campagna, visto il risveglio, anche se a singhiozzo, della natura. Si possono scrivere dei pensieri carini e imbucarli sotto la porta della stanza, per chi è isolato. Si ritorna al corteggiamento che non fa male, preparandocisi al gioco dei preliminari più innocenti, così cari alle donne. Ma di ciò beneficia anche l’uomo più impaziente che, in tal modo, si educa all’approccio anche se si è vicini alle nozze d’argento.

Ma come gestire lo stress e sviluppare la resilienza? Adottare un atteggiamento costruttivo, organizzarsi restando sensibili ed aperti alle opportunità che la vita può offrire in ogni situazione anche negativa, per esempio facendo spazio alla solidarietà. Sottolineare piccoli gesti e abitudini regalandoci spazi e tempi differenti: il rito della colazione, la cura del nostro corpo, le pause caffè, l’aperitivo serale, il preparare i pasti, l’organizzare il tempo da dedicare ad un buon film. E poi “guidare” le emozioni negative lasciandole andare respirando profondamente per 5/10 minuti, condividere le paure con gli altri, fare attività fisica, avere un obiettivo condiviso può aiutare a sopportarci e supportarsi.

Smettere di pensare all’emergenza ci mantiene vicino alla quotidianità e di rivivere emozioni positive che abbiamo dimenticato. Per ultimo auspichiamo che un giorno non molto lontano si ritorni alla normalità, meglio di prima. L’augurio prende corpo se ci affidiamo alla scienza e molto più ancorandoci alla preghiera rivolta ad un Essere superiore, il Creatore. Siamo finalmente consapevoli che è impossibile vivere gli uni senza gli altri. È dura non poter saggiare l’effetto di un sorriso nascosto dietro le mascherine, o stringersi la mano toccando la pelle coperta dai guanti, o ancora non potersi abbracciare perché distanti. È salutare conservare la convinzione secondo cui “la paura rende prigionieri e la speranza rende liberi” o ancora tenere presente la famosa frase latina propiziatoria “omnia vincit amor et nos cedamus amori” (l’amore vince ogni cosa e noi cediamo all’amore).