Ti conosco, mascherina

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Non è un invito in una sala da ballo, in una serata di gala al carnevale di Venezia… In questo ormai lungo periodo storico tutti sfoderiamo dei dispositivi che non hanno a che fare con lo sfarzo e con il favolistico mistero che racchiude parte del volto. Stiamo parlando della difesa necessaria dal Covid-19, indispensabile per grandi e bambini.

È una protezione coatta dall’aria che si respira. Emittente e ricevente devono stare ben attenti a non contagiarsi, perché il virus lo porterebbero tranquillamente a casa, ai propri congiunti, ai colleghi di lavoro, agli amici… Quindi “viaggiamo” bardati da queste custodie “magiche” che sono gli immancabili oggetti materiali d’uso quotidiano. Mascherine, non maschere da trucco, ma maschere o come si dice in italiano colto dispositivi di protezione che possono salvare la vita, congiuntamente a guanti monouso e, per il personale medico, anche camice e cuffie.

Per definire la loro importanza, utilità e urgenza basti pensare agli arrivi dei carichi dalla Cina, destinati ad ospedali, enti pubblici, case di riposo, strutture sanitarie, farmacie, parafarmacie, fino ad approdare anche in una varietà di negozi che le riservano a chi tuttavia ne resti sprovvisto. Chi ha orecchi, oda e segua alla lettera quanto riportato dal Ministro della Salute, il quale ammonisce dal 4 maggio a fare obbligo sul territorio nazionale di usare le protezioni per le vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico. Quindi occorre disporre di mascherine lavabili o auto-prodotte, pena la sanzione per i contravventori.

È una guerra fredda combattuta all’unisono dalla mattina alla sera. Dobbiamo affrontarla con l’impegno possibile per riuscire a sopravvivere a questa terribile pandemia. Si, pan significa tutto, fasce di molti Stati del pianeta hanno conosciuto la quarantena.

Quindi ti conosco, mascherina, talvolta declassata a mascherina generica, non può essere venduta come dispositivo medico. È un frammento posticcio che avremo appresso per un po’ di tempo, in giro ve ne sono di più tipi in questa fase 2. Capita di incontrarla con i colori della bandiera italiana o della squadra sportiva preferita o quella colorata a fantasia o ancora con gli strass. Certo, a seconda di chi la indossa. La vanità sussiste anche ai tempi di Coronavirus. Ma stiamo sereni, prima di immettere quelle industriali sul mercato sappiamo che sono soggette a rigorosi controlli, non si possono contare manualmente perché entrerebbe in gioco l’analisi dei rischi. Sono dei veri e propri presidi medici. La normativa di riferimento è illustrata nella lingua di destinazione. Si fa un gran parlare, ma il contagio si è contenuto all’inverosimile da quando la si usa. Scordarla a casa può costarci cara e poi è un destino che unisce, e il fatto che se ne dotino tutti rimarca che abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri. La sorte ci accomuna insieme nel bene e nel male.

Auspichiamo di sconfiggere questo male “cittadino del mondo”, proteggiamoci con un cordone sanitario affinché possiamo perseguire ideali scevri da pericoli per le nostre vite, le realtà lavorative e sociali e siano esse pure e, incontaminate. E, cosa di notevole importanza, preserviamo la nostra autonomia.

Psicologa, Psicoterapeuta e Giornalista Pubblicista

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