Panico generato dal vaccino AstraZeneca:  tutto ciò che c’è da sapere

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Nell’ultima settimana, il vaccino AstraZeneca è finito nell’occhio del ciclone: molti articoli titolano “Morto a causa del vaccino”, si sono moltiplicate le segnalazioni di effetti collaterali sospetti, il tutto ha portato al ritiro preventivo del vaccino dal mercato e la gente sembra terrorizzata. Ma questo panico ha ragione d’esistere? Procediamo con ordine.
A inizio 2021, dopo essere stato testato su 23mila persone, il vaccino AstraZeneca viene distribuito in tutto il mondo, per un totale di 17 milioni di dosi.

Giovedì 10 Marzo, in Danimarca, una donna, dopo essersi vaccinata, muore a causa di una trombosi, patologia caratterizzata dalla presenza di coaguli nei vasi sanguigni che impediscono il regolare afflusso del sangue. La Danimarca, decide così di sospendere la somministrazione di quel lotto di vaccino per precauzione. Altre nazioni destinatarie dello stesso lotto fanno retromarcia e, nonostante le rassicurazioni dell’OMS e dell’EMA (Agenzia europea per il farmaco), che scongiurano qualsiasi possibile correlazione tra il vaccino e la trombosi, affermando che esso può provocare solo reazioni non gravi, per via di una risposta del sistema immunitario più forte, che porta a una maggiore probabilità di sviluppare anticorpi, anche i restanti Paesi europei, compresa l’Italia, decidono di bloccare le vaccinazioni AstraZeneca, creando una sorta di effetto domino internazionale.

Tutto ciò, unito alla scelta dei media di dare risalto alle notizie negative associate all’azienda anglo-svedese ha avuto effetti disastrosi sulla popolazione, generando allarmismo e panico.

Ora, a onor del vero, non esiste un vero e proprio “caso sanitario”, poiché non è stato registrato un aumento dei casi di trombosi. Infatti, secondo l’EMA, su 5 milioni di vaccinati AstraZeneca, solo 30 hanno avuto la trombosi, un dato che coincide con i casi di trombosi riscontrati nello stesso arco di tempo tra i non vaccinati. Quindi, stando agli attuali dati, dire “morto di trombosi a causa del vaccino AstraZeneca” equivale a dire “morto di trombosi a causa di un caffè” o di qualsiasi attività quotidiana.

Appare inoltre interessante fare un confronto tra le segnalazioni di trombosi e altri effetti avversi “post”  vaccino AstraZeneca e “post” vaccino Pfizer. Nel Regno Unito,  si registrano 45 casi di trombosi tra i vaccinati AstraZeneca e 48 tra i vaccinati Pfizer, un dato più elevato. In Europa, stando ai dati forniti dall’EMA, su 7 milioni di persone vaccinate con AstraZeneca, 30 hanno registrato un’embolia polmonare. Invece, relativamente al vaccino Pfizer, di cui contiamo 36 milioni di somministrazioni, i casi sospetti a esso associati sono 129 per embolia polmonare. Restando in Italia, le segnalazioni di effetti avversi tra i vaccinati AstraZeneca sono 326 ogni 100mila dosi, mentre tra i vaccinati Pfizer sono 769 ogni 100mila dosi. Eppure, nessuno ha messo in discussione la sicurezza del vaccino Pfizer.

É bene tenere a mente che, in Italia, l’AIFA (Agenzia italiana per il farmaco) ha sospeso le vaccinazioni AstraZeneca esclusivamente in via precauzionale e temporanea, nell’attesa di far luce su una possibile correlazione tra i decessi e la vaccinazione. A oggi, l’EMA ha potuto dare il suo responso: nessuna autopsia ha evidenziato un nesso tra vaccino e trombosi o embolia polmonare.

Dunque, perché il vaccino AstraZeneca ha seminato tanto panico? Anche per rispondere a questa domanda occorre procedere per gradi. L’immagine di AstraZeneca è stata gravemente danneggiata fin dal principio, quando si mormorava che il costo del vaccino fosse nettamente inferiore a quello dei vaccini Pfizer o Johnson&Johnson. Questo ha maturato il più classico dei pregiudizi, prontamente smentito dagli esperti: se il vaccino costa di meno, è meno valido. Inoltre, L’azienda anglo-svedese è finita nel mirino della critica anche per un ritardo nella consegna delle dosi e, a tal proposito, è stato annunciato un ulteriore taglio delle spedizioni destinate all’Europa. Quindi, la segnalazione di effetti avversi nei vaccinati è stata solo la pericolosissima goccia che ha fatto traboccare il vaso, condita da una buona dose di cattiva informazione e di cifre esorbitanti che, legate a questioni mediche, inducono a pensare a situazioni catastrofiche e che hanno contribuito a generare una psicosi collettiva, che può essere affrontata razionalmente solo affidandosi a ciò che i dati già spiegano chiaramente: su 17 milioni di dosi di AstraZeneca,  non è stato registrato nessun aumento anomalo di disturbi, malattie o effetti avversi. I vaccini sono tra i prodotti più controllati al mondo, sottoposti ripetutamente a dei check-up, sia nella fase di produzione sia di somministrazione, non solo da parte delle aziende che li producono, ma anche da parte delle autorità di controllo. Inoltre, tutte le istituzioni scientifiche confermano la validità e la sicurezza del vaccino. Dunque, un simile colpo nei confronti di AstraZeneca appare esagerato e sarebbe auspicabile che la comunicazione fosse più neutra e che si evitasse di diffondere angoscia e confusione, poiché non è ciò di cui abbiamo bisogno in un periodo delicato come quello che stiamo sfortunatamente vivendo.