Novoli, tutto pronto per le tre serate della Scuola Superiore di Musica Harmonium: regia d’eccezione di Graziano Galatone

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Graziano Galatone

Novoli (Le) – Quando il fascino del Musical, l’energia del Rock e i teneri primi approcci con una tastiera si fondono insieme, non si può dire che la musica non sia una delle più imprevedibili forme di magia. A stupirci sul palco, energici e talentuosi come non mai, saranno loro: gli allievi della Scuola Superiore di Musica Harmonium di Novoli.

6, 8 e 9 Giugno: ecco le date in cui il sipario del Teatro Comunale si alzerà per dare inizio rispettivamente allo spettacolo di varietà dal titolo “A Passo di Musical”, il saggio di fine anno “Ma che musica maestro” degli allievi del corso propedeutico, iniziale e preparatorio di tutte le classi di strumento, e infine la serata-concerto “C’era una volta il Rock” a conclusione del percorso di studi del Laboratorio Creativo di Musica d’insieme.

L’evento, patrocinato dal Comune di Novoli, sostenuto da Friends of Lecce 2019 e che vede la presenza della nostra testata giornalistica, Paisemiu.com, in qualità di media partner, oltre ad avvalersi della collaborazione del Centro Danza “Il Sogno”, quest’anno vanterà una regia d’eccezione.

Ospite d’onore della prima serata sarà, infatti, Graziano Galatone, attore originario di Palagianello (Ta) oltre che affermato cantante e percussionista, autore di testi, di musica e persino dell’opera in due atti “Bernadette, il miracolo di Lourdes”. Figlio di un batterista ed ereditiere della paterna passione per la musica, pur coltivando il desiderio di fare spettacolo, Graziano ha studiato odontotecnica, puntando su un lavoro cosiddetto “sicuro” nell’ammirevole tentativo  di tranquillizzare la sua famiglia. «Pensare di potersi dedicare solo all’arte senza alcuna uscita di sicurezza era impensabile» ha affermato in una recente intervista, riflettendo sull’intramontabile difficoltà di far emergere l’arte, i musical ben fatti e i prodotti di valore.

Trasferitosi nella Roma, culla di ogni ambizione, Graziano aveva iniziato un’avventura di metamorfosi professionale che da giovane cameriere “canterino” lo ha trasformato ben presto nel Febo di “Notre Dame de Paris”, Cavaradossi in “Tosca-Amore Disperato” di Lucio Dalla, Renzo Tramaglino nei “Promessi sposi” e Lorenzo il Magnifico nell’Opera “Il principe della gioventù” di Riz Ortolani. Galeotto nella sua scalata al successo è stato Edoardo Vianello, il primo a notarlo e a dargli la possibilità di fare qualche serata come percussionista e guadagnare dunque un po’ di denaro. Da lì ha avuto inizio la vera carriera che, ad oggi, lo vede vincitore del Premio Nazionale Sandro Massimini dall’Associazione Nazionale dell’Operetta ricevuto nel 2003 e del Premio Persefone consegnatogli nel 2010 insieme all’amico e collega Giò Di Tonno.
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Approfittando di un pomeriggio di prove come tanti altri, abbiamo colto l’occasione per saperne un po’ di più:

Lei ha più volte ribadito, nelle sue interviste, si essere scettico verso fenomeni moderni come talent show e cover band. Cosa l’ha spinta, nella sua carriera, a prediligere il musical come forma d’arte per “crescere”?

È stato il musical a scegliere me, perché inizialmente non conoscevo questa forma d’arte tridimensionale dove si recita, si canta e si danza contemporaneamente, se possibile. Non sono critico verso queste nuove tendenze, sono piuttosto scettico. Quando si parla di professionisti, si dovrebbe dare spazio alla meritocrazia. Certo, io non sono nessuno per giudicare chi abbia più meriti rispetto a qualcun altro, però sono convinto che il percorso che io ho fatto rispetto a  qualche ragazzino più fortunato che oggi ha l’opportunità di dimostrare di essere un grande artista, sia stato più proficuo artisticamente rispetto ad un talent show in cui l’interesse primario è semplicemente fare spettacolo. Il pubblico è esigente: se non vede un buon prodotto, a lungo andare una produzione fallisce; e allora io credo che, come negli altri campi, anche nella musica bisognerebbe fare scelte dirette ed intelligenti, non solo basate sullo share. Molto spesso questo diventa un criterio artistico per giudicare una bravura visibilmente inesistente, e non è un caso che questi personaggi dopo poco scompaiano. E intanto si è perso tempo e denaro, mentre i veri professionisti sono a casa ad aspettare qualche lavoro. Si, perché prima se non eri famoso in TV non ci potevi andare, mentre oggi se sei famoso non ci puoi andare perché è richiesta solo gente sconosciuta, da poter gestire, da poter far fallire e comandare.

Oggi, sulla base della sua esperienza, consiglierebbe il Musical come banco di prova ai giovani artisti esordienti?
Ad oggi, per come stanno andando le cose per il teatro Italiano, consiglierei il Musical solo come base di studio, perché forma tantissimo e questo è fondamentale. Però oggi ci sono molte altre strade, come il POP che è certamente più diretto, vario e fruttuoso. Il teatro, purtroppo, in Italia è considerato tutt’oggi “di nicchia” e la gente si annoia.

Da Notre-Dame de Paris di Cocciante alla Tosca di Dalla: due mostri sacri a confronto. Dov’è che ha incontrato maggiori difficoltà?
Sicuramente nella Tosca perché non c’era una vera nota registica, ma soltanto improvvisazione ed idee poco chiare. Allora, in base all’esperienza di Notre Dame, ho voluto e dovuto trovare delle soluzioni personali e anche convincenti per lo stesso autore e regista che, dal canto suo, ha determinate aspettative. Proprio per questo ho sviluppato le mie capacità sceniche, che insegno ai miei ragazzi, e che si concentrano  sull’estetica della scena e del corpo all’interno di quest’ultima.

Stimato interprete, autore e docente. Quale di queste attività le dà maggiori soddisfazioni?
Sicuramente quella di Docente. Io mi ritengo una persona fortunata perché credo di essere abbastanza ignorante nella musica, però ho avuto la fortuna di essere un talento e di sfruttarlo al massimo. Se avessi avuto anche le capacità di un bravo studente, probabilmente oggi avrei raggiunto vertici maggiori. Però mi accontento e siccome nella vita mi piace improvvisare, vado avanti così. Come docente sono più creativo e più libero, e questo mi dà certamente più soddisfazioni.

Come sta vivendo questa esperienza lavorativa a contatto con  i ragazzi della Scuola Harmonium?
Innanzitutto non avevo mai lavorato nel Salento. Mi diverte tantissimo perché mi piace ascoltare il loro accento. E poi sono davvero bravi e mi sono trovato subito bene e ho trovato anche i giusti spazi per poter lavorare, perché spesso si è un po’ limitati da questo punto di vista. Invece, trovando la giusta soluzione, i ragazzi hanno potuto veramente tirar fuori le loro capacità fisiche. La difficoltà maggiore che hanno incontrato consiste proprio nel non saper gestire uno spazio scenico, perché probabilmente si tende a concentrarsi maggiormente sul canto. Ma il musical è anche questo: sapersi muovere in scena e assumere la giusta  posizione rispetto al pubblico.

Allora, in attesa di poter godere del tanto atteso spettacolo, lasciamo il maestro all’opera sotto l’attenta e affascinata supervisione  della Direttrice di musica e canto della Scuola, Simonetta Miglietta Sozzo.
Galatone sprona i ragazzi a godersi il proprio attimo di celebrità, mettendo da parte la timidezza, curando ogni dettaglio, ogni movimento, ogni singolo gesto che sul palco diventa atto comunicativo amplificato. Canta insieme a loro, ironizza sui costumi un po’ bizzarri e insoliti, li accompagna sulla scena suggerendo i movimenti… Ed ecco che si intravedono già gli schizzi di un grande capolavoro. Ma questo è solo l’assaggio, per il resto bisognerà aspettare Venerdì 6 giugno.

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