Lettera a un grande

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Caro Maestro,
ci hai fatto l’ultima delle tue “mandrakate” e sei volato via…
Quanto è surreale pensare di non poterti più ammirare dal vivo in scena, a teatro, al cinema, in TV, in radio…
La prima domanda che mi suscita la tua scomparsa è proprio questa, come diresti tu: “E mò”?
E mò… sai che faccio?
Mi rifugio nella dolce nostalgia delle tue istrioniche performance, nella suadente melodia della tua inconfondibile voce, nelle imponenti pieghe della tua maschera di attore sopraffino.
E così, tra un “Brancaleone” e un “Cavaradossi”, tra un “Mandrake” e un “Rugantino”, tra un “Gandalf il Grigio” e un “Genio della lampada”, tra un “Mangiafuoco” e un “Babbo Natale” (in arrivo nelle sale per il prossimo Dicembre, il migliore tra i regali che potessi farci), non smetto di sorprendermi della tua caleidoscopica qualità attoriale.
E poi, tra un “lonfo” e un “nun me rompe er ca…”, tra un “toto e la saùna” e una lezione di “educazioune sessuale”, riscopro il tuo valore di autentico antesignano e capostipite del cabaret italiano.
E ancora, tra un “Alleluja brava gente” e un “Nun je dà retta Roma”, tra un “Er tranquillante nostro” e un “Ma che ne sai”, mi convinco sempre più che tu sia stato il primo vero cantante “Broadway style” del nostro Paese.

Ci lasci un’immensa eredità, un patrimonio fatto di sapienti interpretazioni, di mirabolanti caratterizzazioni, di veraci narrazioni…
Con inesauribile passione e sconvolgente sincerità hai saputo raccontare non solo la tua amata Roma, ma la nostra Italia intera.
Ci hai fatto sorridere dei nostri vizi e gioire delle nostre virtù, ma soprattutto ci hai insegnato ad amare le arti dello spettacolo, che grazie a te si sono trasformate da primizia riservata agli intellettuali in nutrimento per l’intero popolo italiano.
Sei stato un fragoroso e coloratissimo susseguirsi di fuochi d’artificio che ha illuminato a giorno per oltre 60 anni la scena culturale italiana.
Proprio come al termine di uno spettacolo pirotecnico, ora tra noi regna un profondo silenzio.
Ma non è un silenzio che sa di vuoto.
E’ un silenzio denso, pieno delle tue parole, della tua mimica, della tua disarmante naturalezza, del tuo incancellabile valore artistico, umano e culturale.
Grazie per tutte le risate e le emozioni che ci hai donato.

Buon viaggio, Maestro…