La Giornata mondiale del cane e il San Bernardo Beethoven

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Oggi ricorre un’altra data che festeggia il fedele amico dell’uomo. Com’è noto, la Giornata mondiale del cane (26 agosto) nasce anche per una maggior sensibilizzazione alla lotta dell’abbandono dei nostri amici, un problema che, purtroppo, ancora dilaga nel nostro Paese.

Come tutti i compleanni e/o altre importanti ricorrenze, vale la pena citare un cane famoso. Il San Bernardo hollywoodiano di nome Beethoven ricorda il compositore di Bonn di cui nel 2020 si è celebrato il 250esimo della sua nascita. In realtà il vero nome del cane è Chris e al tempo della sua partecipazione nel film, diretto da Brian Levant, aveva due anni ed era addestrato dal noto istruttore americano Karl Miller.

La storia, nota a chi ha visto il film, racconta di un cucciolo di San Bernardo che, dopo essere stato rapito insieme ad altri cuccioli da un negozio, riesce a scappare e a nascondersi per intrufolarsi il giorno successivo in casa Newton, ove oltre ai genitori sono presenti tre bambini: Ryce, Ted ed Emily. Pur con molte perplessità da parte del padre, la famiglia decide di adottare il cane attribuendogli il nome Beethoven, in onore del compositore di cui amano ascoltare la musica. Nonostante una serie di problemi relativi anche alle dimensioni e alla conseguente invadenza, Beethoven riesce ad integrarsi e a farsi accogliere con simpatia ed affetto da tutta la famiglia. Nell’avvicendarsi delle avventure capita di tutto e spesso Beethoven è il deus ex machina di ogni problema familiare, compreso il salvataggio per annegamento di Emily. Insomma, tutto ha un lieto fine, compresa la fuga di Beethoven dal veterinario che lo vorrebbe cavia di atroci esperimenti con test, rientrando così definitivamente come membro effettivo nella famiglia Newton.

Visto il successo del film ne sono seguiti sette ed una serie (Beethoven: The Animated Series) ove sia il cucciolo che gli altri animali parlano.

Ritornando alla festa del cane, ricordo che anche il musicista tedesco gradiva la compagnia e l’amicizia dei cani, compresa quella di Gigons, in realtà di proprietà della famiglia Malfatti cui apparteneva Therese, la dedicataria della famosissima bagatella Per Elisa.

Questi animali amano molto la musica, dimostrando una spiccata e particolare sensibilità per quella classica, tanto che in alcuni canili viene diffusa per rendere meno triste e traumatica la loro vita.

Per chi invece ha la fortuna di avere Fido a casa è risaputo che, in genere, i cani possiedono una sensibilità percettiva diversa dagli uomini pur avendo, come noi, paura dei tuoni e dei temporali e/o di suoni e rumori molto forti con frequenze estreme rispetto alla loro soglia di udibilità.

Un’ultima considerazione: solitamente la generalizzazione non funziona. Come per gli esseri umani, non a tutti i nostri cuccioli può piacere lo stesso brano musicale o gli stessi suoni o voci. Sicuramente la voce del padrone risulta più rassicurante rispetto a quella degli estranei ma non deve stupire se il rintocco delle campane può dare così fastidio tanto da ululare, come accade all’adorabile Margot che vive vicino ad una chiesa, diversamente dal mio pastore tedesco che quando ero adolescente si avvicinava di soppiatto al pianoforte distendendosi per terra e ascoltando mentre suonavo la Sonata al chiaro di luna di Beethoven.

Concludo con un pensiero affettuoso per i cani del mondo affinché, nonostante tutto ciò che subiscono, ogni umano sappia riconoscere l’amicizia e l’amore che essi riescono a donare incondizionatamente.

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Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

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