Integra ONLUS, quindici anni vissuti intensamente, per un’ immigrazione vigile, virtuosa e responsabile

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Integra Onlus, per festeggiare i suoi 15 anni, organizza il 21 marzo 2018 (ore 10.00 – 14.00), a Roma, nell’ Auditorium del Divino Amore, con il sostegno del Cidu, presso il MAECI, i suoi secondi Stati Generali, dopo i primi del 2011. Un momento certamente di festa, a cui sono state invitati diversi Istituti Scolatici della Capitale e di altre province laziali, ma anche di riflessione su “Le Prospettive delle Politiche Migratorie, dopo l’Accoglienza Quale Integrazione?“, con autorevoli ospiti ed esperti , quali il Prefetto Carmine Valente, del Ministero dell’Interno, il Direttore Generale del Comitato Italiano per l’ Unicef Italia, Paolo Rozera, con i Professori Ugo Melchionda, Presidente dell’Idos, Aldo Morrone, medico volontario, Direttore dell’Ifo e Fausto Russo, Università Chieti-Pescara, con il Ministro Plenipotenziario Fabrizio Petri, Presidente del Cidu, presso il Maeci, e la voce autorevole di Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano. Hanno assicurato il Saluto le amministrazioni comunali di Sora (Fr) e Cesate (Mi) ospitanti le strutture di accoglienza di Integra.

I lavori saranno coordinati da Giuseppe Caporaso, giornalista, di TV 2000.

Non solo voci di rappresentanti istituzionali ed esperti del settore, ma anche di persone che hanno condiviso parte dei 15 anni di vita di Integra e di giovani beneficiari, che hanno vissuto l’accoglienza vigile, virtuosa e responsabile adottata dall’Associazione.

Una festa si diceva, con rappresentazioni teatrali e musicali, grazie ai gruppi “I GRIOT “, con la regia di Daniela Guercia, e “KORASORA”, guidato da Virginia Barrett, entrambi composti da giovani beneficiari dei centri di accoglienza gestiti dall’Associazione in Puglia e nel Lazio.

Molto atteso anche il momento delle premiazioni del Concorso “AMIBITONOI – io non ho paura” (ideato da Integra Onlus, e sostenuto dal Comitato Italiano per l’Unicef e dall’UST di Lecce), presentato da Deborah De Blasi dell’UST Lecce, con il “PREMIO MALALA”, intitolato al Nobel 2014, a favore della pace e del diritto allo studio, a cui hanno partecipato 9 scuole della provincia di Lecce con più di 500 studenti, di istituti comprensivi e superiori.

La visione della Mostra fotografica “IntegrainAzione”, sulla storica immigrazione albanese in Italia, curata da Vittorio Arceri, arricchirà le testimonianze sui 15 anni di Integra Onlus.

Chiude la Festa il taglio della torta celebrativa preparata dallo chef afgano dell’Associazione Menagul.

Quindici anni straordinari di Integra Onlus – dichiara la Presidente Klodiana Çukafrutto di lotte e sacrifici, sostenuti sempre da una forte tensione ideale per dare voce agli ultimi, attuando “Buone Prassi “di integrazione ,attraverso un modello organico per progettare nuove forme effettive di inclusione culturale, sociale ed economica dei rifugiati nel nostro Paese: Una sfida aperta lanciata nel futuro, che è già presente , con partenariati di eccellenza ,come il Cidu, la Lidu, Il Comitato Italiano per l’ Unicef e la Comunità di Sant’Egidio , per qualificare ancor più la propria azione a partire dai diritti umani, dei soggetti più deboli, donne e minori stranieri non accompagnati: Sfide di civiltà, che possiamo vincere solo insieme a tutte le persone di buona volonta!

Integra Onlus fu fondata nel 2003 da Klodiana Cuka, cittadina italiana di origine albanese, dopo anni di battaglie per la conquista dei diritti di una donna e di un intero popolo, ad una piena formazione ed integrazione in un nuovo Paese, chiamato Italia, conquistandone dopo anni la sua cittadinanza.

Quella tragedia dell”immigrazione, nata per sfuggire alla tirannia comunista, viene ricordata dall’ Associazione ogni anno, il 28 marzo, per onorare il ricordo dell’affondamento della “Kader I Rades”, sul Canale di Otranto, con il suo carico di vittime, soprattutto donne e bambini. Da quegli anni difficili, ma pieni di speranze, Integra Onlus ha maturato sensibilità ed esperienza nel campo della più generale accoglienza dei migranti, aprendo le sue strutture, dopo il Salento anche nel Lazio, in Lombardia, in Sardegna e presto in altre regioni.

Una missione cristiana, fortemente improntata alla Dottrina Sociale della Chiesa, che si è messa al servizio degli ultimi, come richiamato da Papa Francesco, i migranti: senza più famiglia, patria e futuro, con il loro carico di sofferenze umane. A questo appello l’Associazione ha inteso rispondere con un modello originale, che ha l’ambizione di non limitarsi alla sola accoglienza indistinta, ma concorra a costruire un’effettiva integrazione dei rifugiati nel nostro Paese.

Questo servizio alla persona, lontano da ogni logica utilitaristica, Integra Onlus ha voluto condividerlo, specie nell’ultima fase, con interlocutori autorevoli, come il Comitato Italiano per l’Unicef e la stessa Comunità di Sant’Egidio, con i quali si sono avviate collaborazioni su temi prioritari come la tutela dei MSNA (minori stranieri non accompagnati) ed i c.d. “Corridoi Umanitari”, per salvare rifugiati dai teatri di guerra.

Tutte “Buone Prassi” affinate in decenni di attività, nei vari territori, promuovendo azioni con i comuni ospitanti per i Lavori Socialmente Utili, ma anche con progetti di formazione di base, con tirocini presso aziende private, fino ad immaginare quelli di autoimpresa dei rifugiati, a partire dall’ agricoltura sociale (con il supporto del neo “Osservatorio sulla Imprenditorialità Straniera”, costituito con l’Università del Salento).

Su queste basi concrete, Integra Onlus è pronta, ora più che mai, a rafforzare ulteriori azioni, a favore di politiche di cooperazione bilaterali (tra Italia e Balcani, con una nuova Fondazione in Albania), ma anche lungo l’asse Italia, Nord- Africa, riprendendo l’esperienza del 2011. Si intende proporre così un modello proprio, certificato, con elevati standard di qualità, mutuato anche dal confronto con altri sistemi di accoglienza internazionali, da quello Usa a quelli europei, svolti con le stesse Ambasciate degli Usa e d’Albania, in Italia.

Quindi una nuova politica migratoria è possibile, per uscire dall’attuale emergenza, governando, nei prossimi anni, un fenomeno strutturale, attraverso una migliore integrazione culturale, sociale e soprattutto lavorativa delle famiglie e dei giovani migranti.