Il Sud ricorda Pasolini a 100 anni dalla sua nascita

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In occasione dei 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, Palazzo Turrisi a Lecce ospita il Progetto Nazionale “Omaggio a Pier Paolo Pasolini, luoghi, linguaggi e tradizioni popolari” ideato dall’attore e regista Agostino De Angelis e organizzato dall’Associazione Culturale Archeo Theatron, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce, con il sostegno culturale del Centro Studi Pier Paolo Pasolini, Mic Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Centro Studi Ignazio Silone, Archeologia Viva e Firenze ArcheoFilm Festival.

Si tratta di un progetto che vedrà coinvolti, nel corso di tutto il 2022, vari Comuni e realtà culturali del territorio italiano legate al mondo intellettuale e che partirà proprio da Lecce, città che ospitò Pasolini una settimana prima della sua morte, avvenuta a Ostia il 2 Novembre 1975.

Pasolini, nelle vesti di poeta, regista e giornalista è stato uno dei primi difensori del territorio storico, culturale e naturalistico italiano. Mentre in Italia si dava inizio al processo di sviluppo industriale, egli aveva intuito che le trasformazioni economiche a livello mondiale avrebbero creato squilibri nella società che da secoli viveva un rapporto sano con la natura. Molti dei piccoli centri abitati d’Italia sono stati scelti come location per svariati set, grazie al bellissimo paesaggio naturale ed ai siti di pregio storico-architettonico. Lo sguardo del regista, l’attenzione ai luoghi ed al territorio è sempre stata quella di un poeta/etnografo del suo tempo, culturalmente anarchico verso il potere.

Pasolini non ha solo visitato il Salento, lo ha vissuto in quattro diverse occasioni e rimase affascinato in particolare da Martano, Calimera e da tutta la Grecìa Salentina. Scrisse i testi per il documentario “Stendalì” del 1960, incentrato proprio sui canti funebri della Grecìa. Egli riconosceva grande poesia in quei canti e tornò nel territorio nel 1974, alla ricerca di doppiatori per il film “Il fiore delle mille e una notte”. Fu l’ultima visita a restare impressa nel cuore dei salentini: una settimana prima della sua morte, Pasolini era a un convegno all’Università di Lecce, dove, tra l’altro, profetizzò la scomparsa dei dialetti. Così, alcuni intellettuali di Calimera lo “rapirono”, culturalmente parlando, e lo portarono a cantare insieme a loro i canti della Grecìa, mentre Pasolini leggeva poesie, e poi fu portato in visita alla casa del poeta e docente universitario Domenico Palumbo. Ma occorre fare un passo indietro. La prima visita di Pasolini nel Salento risale al 1959, quando il poeta, regista e linguista percorse il tacco d’Italia per un reportage di viaggio dal titolo “La lunga strada di sabbia”: a bordo di una Fiat 1100 raggiunse Gallipoli e il Capo di Leuca. «Riafferro la vita a Gallipoli – scriveva – Misterioso centro, esistente, di una regione che non esiste. […] Sono morto di caldo e di stanchezza: laggiù c’è uno scoglio che buca il mare sotto il faro del Capo». Riprendendo questi temi, il regista Agostino De Angelis ha ideato un percorso culturale nazionale, con una mostra fotografica basata sul viaggio, inaugurata la mattina del 5 Marzo e visitabile fino al 27 Aprile dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 sui luoghi visitati da Pasolini e in cui ha vissuto, con scatti fotografici di Valerio Faccini e uno spettacolo teatrale multimediale dal titolo “Omaggio a Pier Paolo Pasolini- luoghi, linguaggi e tradizioni popolari”, regia e adattamento di Agostino De Angelis. Uno spettacolo in cui Pasolini si racconta attraverso filmati e interviste, interpretazione di alcuni suoi testi da parte dello stesso De Angelis e di Giulia Manco, accompagnato alla tastiera da Luigi Solidoro e alla voce da Laura De Vita con il movimento coreografico di Anna Rizzello e Maria Vittoria Casalino. Il progetto, che percorrerà tutto il Sud Italia fino al 2 Novembre, è curato da Desirée Arlotta e mira a ricordare l’amore di Pasolini per il Mezzogiorno e per le sue culture vernacolari.