Don Giancarlo Polito, collaboratore della “bellezza” della Liturgia

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Nel 50° di Giubileo Sacerdotale di Mons. Giancarlo Polito, Cancelliere Arcivescovile presso la Curia di Lecce e Maestro delle cerimonie episcopali, vogliamo formulargli i nostri auguri per un fecondo ministero sacerdotale attraverso le parole del prof. Tonio Calabrese, Maestro di Cappella e Direttore del Coro Diocesano dell’Arcidiocesi di Lecce


Carissimo don Giancarlo,

fin da piccolo mi ha sempre incuriosito e, in un certo senso, suggestionato la tua figura di sacerdote che, spesso vestito di viola, vedevo accompagnare e affiancare, in modo discreto e silenzioso, ma anche elegante e raffinato, i vescovi che, sin dai tempi di Mons. Francesco Minerva, venivano in visita, a Novoli, a presiedere le celebrazioni.

Ricordo che al tuo nobile portamento e all’espressione seriosa tenuta durante la liturgia faceva da contraltare (è il caso di dirlo!), subito dopo la cerimonia – come ancora oggi –, un sorriso generoso e spontaneo, espressione concreta ed esteriore della “bellezza tuo animo” sempre giovane, gioviale e sereno, illuminato dalla luce della fede che, durante questi anni di apostolato, ti ha guidato lungo la via del Vangelo.

E, siccome “le vie del Signore sono infinite”, ecco che le nostre si sono incrociate da quando, nel 2012, chiamato a svolgere il servizio di Organista della Cattedrale e, in Diocesi, come responsabile del settore Musica Sacra, mi chiedesti anche di accompagnare le funzioni liturgiche presso la tua parrocchia, a San Matteo.

Durante questi anni, dunque, ho avuto l’onore e il privilegio di conoscere ancor più a fondo la tua amabile persona e, soprattutto, il tuo amore per la Liturgia che, attraverso le tue scelte e i tuoi consigli, in qualità di Maestro delle celebrazioni liturgiche diocesane, hai sempre considerato “fonte e culmine della vita della Chiesa” e, dunque, di ogni fedele.

Attrae il fatto di come, con esperta meticolosità, competenza e paterna sollecitudine, riesci a disporre la preparazione delle sacre celebrazioni trasmettendo ad ognuno, sacerdoti, seminaristi e laici, quella spiritualità essenziale per vivere cristianamente e santamente la celebrazione dei divini misteri, secondo il carisma della “nobile semplicità”, spesso ripetuto dal venerabile Paolo VI che ti consacrò sacerdote.

Personalmente, poi, tengo anche a testimoniare quanto, alla base della preparazione delle celebrazioni, vi siano quel sentimento di rispetto e di fiducia nei confronti dei tuoi collaboratori, me compreso, unitamente, per quel che mi riguarda, alla conoscenza e alla competenza in Musica Sacra e Liturgica. Conoscenza e competenza che, molto spesso, ti portano a “pretendere” il servizio organistico e la presenza del Coro durante le celebrazioni.

Forse perché, nella tua lunga esperienza di uomo e sacerdote, hai maturato anche il dono di leggere negli occhi e nel cuore delle persone, avendo intuito che il mio servizio liturgico‐musicale è rivolto, con serietà e quanta possibile professionalità, al bene e alla bellezza delle liturgie che si svolgono in Cattedrale (chiesa madre della Diocesi che, anche nella scelta opportuna e oculata dei canti deve essere da guida ed esempio per tutte le altre chiese), fin dal primo momento vi è stata quella piena sintonia e gioiosa collaborazione, paterna e filiale, che fino ad oggi ha reso la celebrazione delle Sante Messe e le nostre assemblee, espressione manifesta del “Paradiso in terra”.

Tutto ciò, come soleva affermare Bach, per un unico scopo: Soli Deo gloria, rendere gloria a Dio e contribuire alla santificazione dei fedeli anche attraverso l’espressione della “bellezza” che, come afferma Sant’Agostino, è “ordine, armonia e perfezione”, tesa a disporre gli animi a “recepire i valori dello Spirito”, come indica la Congregazione per il Culto Divino.

Quella bellezza visiva e udita che, come scrive Benedetto XVI, rende bella la fede, mentre papa Francesco nell’Evangelii Gaudium aggiunge che “La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della liturgia”. E, siccome quella del cerimoniere è anche “arte”, sempre lo stesso Papa Francesco sottolinea come “L’arte è educazione alla fede”.

La tua competenza messa a servizio della Chiesa, dunque, permette di farci comprendere che la liturgia è Kairòs, tempo di grazia, tempo di Dio e spazio di Dio.

Come afferma Mons. Liberto, direttore emerito del coro della Cappella Sistina, “la liturgia è entrare nel mistero di Dio”.

Perciò, mi permetto di scriverti che tu, per le nostre liturgie, sei “Symbolum”, termine che nella sua declinazione latina indica colui che è capace di “mettere insieme”, di unire nella lode a Dio, celebranti e fedeli perché “tutti siano un cuor solo ed un’anima sola”.

In questo giorno di grazia e di rendimento di grazie al Signore per il tuo giubileo sacerdotale, possano giungerti, caro don Giancarlo, i miei auguri più fervidi, ai quali si congiungono quelli dei componenti del Coro di San Matteo e della Cattedrale, affinché tu possa continuare ad essere collaboratore solerte e premuroso della bellezza della nostra fede attraverso la bellezza della liturgia, con la tua persona e il tuo servizio liturgico a favore della Chiesa diocesana.

Ad multos annos!

Tonio Calabrese

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