Contro la violenza sulla donne combattiamo il silenzio. A Leverano incontro con il Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta

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Leverano (Le) – Le associazioni Fidapa sez.di Copertino, Lions Club Copertino e Leo Club Copertino, presso la sala assembleare della Banca di Credito Cooperativo di Leverano hanno accolto sua Ecc.za Prof.ssa Giuliana Perrotta, Prefetto di Lecce, la quale è stata relatrice della serata “La rivoluzione delle farfalle”.

Il Prefetto ha relazionato sul tema di studio nazionale 2012-13 dal titolo: “Dall’abuso sui minori alla violenza sulle donne: combattiamo il silenzio”.

Mauro Quarta Presidente dei Lions Copertino ha dato il via alla serata suonando la campana; subito dopo sono stati eseguiti gli inni dell’associazione e quello di Mameli.

L’evento che anticipa di pochi giorni la tradizionale Festa della Donna, ha inteso trattare le tematiche all’ordine del giorno legate alla data dell’Otto Marzo. 

Dopo gli interventi del Sindaco di Leverano Giovanni Zecca e del Presidente della Banca Lorenzo Zecca, la dr.ssa Perrotta ha iniziato la sua escursione a ritroso nel tempo, evidenziando la condizione della donna nella storia. Lungo, il viaggio oratorio; è iniziato dal mito persiano d’una madre che dopo aver messo al mondo tantissimi figli, è stata ammazzata proprio da loro, gelosi della sua grande potenza procreatrice, passando poi a Eva colpevole dell’ira di Dio e del peccato di disobbedienza, per toccare Pandora causa, con lo scoperchiamento del famosissimo vaso, di tutti i mali del mondo.

Quindi, la donna sempre ago della bilancia di un errore continuato e perdurato e di una cultura che non le ha lasciato scampo mai e che, tuttora, porta al suo maltrattamento. Tante le battaglie intraprese ed i risultati ottenuti.

Insita nella cultura, da sempre, come soggetto inferiore, la donna trova il coraggio di alzare la testa e la voce nel 1700 quando nascono i primi movimenti femministi. Capiscono che devono emanciparsi, vogliono la parità e iniziano così le prime battaglie. Ad aiutare e rafforzare questo concetto arriva l’illuminismo, la rivoluzione industriale e le donne borghesi; parte così l’input per raggiungere ambiziosi traguardi.

Interessanti le sfumature che il Prefetto regala ai presenti, cita l’Onorevole Morelli uno dei più grandi emancipatori della donna, scrittore e poeta, nel 1875 presentò, con un apposito disegno di legge, la richiesta del diritto di voto per le donne. Ricorda che questo cammino continua con Anna Maria Mazzoni, giornalista italiana, che per tutta la vita si è battuta per la concessione del voto alle donne, presentando mozioni al Parlamento italiano nel 1877 e nel 1906. Nel 1878 rappresentò l’Italia al Congresso internazionale per i diritti delle donne di Parigi. L’anno seguente fondò a Milano la “Lega promotrice degli interessi femminili”, grande pioniera del femminismo.

Ma nulla ancora nulla: la donna non era ritenuta all’altezza dell’uomo nemmeno per votare.

Nel 1922, Modigliani presentò una proposta di legge, il cui articolo unico recitava: “Le leggi vigenti sull’elettorato politico e amministrativo sono estese alle donne“. Tale proposta, ancora una volta, non poté essere discussa e in ottobre vi fu la Marcia su Roma.

Finalmente poi il 1° febbraio del 1945, su proposta di Togliatti e De Gasperi venne concesso il voto alle donne. La donna è ripartita dal diritto al voto per  continuare a lottare, anche perché l’ignoranza non è mai doma e invece di vedere la donna come centro del mondo e come essere superiore che dona vita, viene da alcuni vista, come soggetto debole.

La conclusione della relazione è stata affidata al pensiero del Dalai Lama sulla donna: “Lasciamo che i valori femminili sboccino nella nostra società affinché cambino la mentalità delle persone. È indispensabile per costruire una pace duratura e per il futuro dell’umanità. La prossima sarà l’era della donna.  Con questa profezia il Dalai Lama allo stesso tempo sollecita la rinascita dell’universo femminile da sempre vessato e alle prese con le pressioni del quotidiano.

I saluti finali sono stati del Presidente della Provincia Antonio Gabellone.

Il nostro augurio a conclusione di tale importante evento è che la cultura non sia quella della donna o dell’uomo, ma sia quella di un rispetto che vada al di fuori dei colori rosa o celeste. E poi insegniamo ai nostri figli che la madre è donna, e ogni donna deve essere magnificata come la propria madre.

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