Con l’Epifania l’aria di festa va via

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Il lockdown ha compreso la data della storica Befana che vanta una lunga anzianità. Un po’ autarchica ma sempre nonna con tutti gli attributi della prodigalità, anche se bruttissima, nella calza distribuisce irrinunciabili sogni. La scoperta di questi che si avverano nello squarcio  di un’atmosfera magica e rarefatta, in particolare per i più giovani, fa sì che si possa sperare ancora. Non c’è bisogno di muoversi dalle proprie postazioni in perfetta linea con le restrizioni sociali dell’emergenza. Essa scende dal camino e se non c’è basta lasciare la porta semiaperta per quando giungerà con il suo sacco pieno essenzialmente di dolcezze.

Vi è la necessità di proiettarsi in un futuro prossimo in cui il tempo ora ha visto l’importanza dell’essenziale. Si ricorda “l’anno che verrà”, il memorabile canto del cantautore Lucio Dalla, auspicando quantunque che consegni gioia e novità.

Il 6 gennaio rimane tra le feste che porta via, almeno di quelle che hanno a che fare con la sacralità della dimensione umana. Dunque via agli oggetti concreti, per quest’anno essa ha in serbo una rivoluzione culturale, l’eliminazione di ogni residuo che riguardi la distanza fra esseri umani, che non si definirebbero più tali, ma esseri viventi prigionieri in una cabina silente. Il dono è qualcosa di ancestrale che unisce chi lo dà e chi lo riceve creando una situazione di complicità e quasi di segretezza per l’azione di intimità che gli è propria. Ma il do ut des non è tipico della Befana, soppiantata da Babbo Natale, rimane l’anteprima della “Quaremma” che sta per Quaresima, ovvero momento di digiuno e di altra voglia di esplorare nell’anima ciò che si è tenuto per sé.

Ovviamente l’evento dell’Epifania non si accosta ad un concetto che ha a che vedere con la scienza esatta ma con la psicologia. Bensì è piena di alchimia e di mito, quindi apre lo sfondo a qualcosa di mistico, quasi. I contenuti però che fuoriescono da questa figura superano il senso innato della bruttura che segna contrariamente l’espressione del miracolo della maternità. Con l’approssimarsi di questa antica e misteriosamente  attesa Festa nasce e cresce la sensibilità del sentimento dell’appartenenza familiare perché, a differenza di quanto succede al Natale, culla assoluta della puntuale Rinascita , ora i regali sulla scorta dei Magi sono circoscritti ai soli congiunti. Si esperisce così, anche se momentaneamente, il vivere  nel piccolo gruppo che rivela la sua percezione solo personale, caratteristica e unica.