A Lecce torna la festa patronale: Sant’Oronzo tra Covid e aspettative disattese

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Lecce – Sta per concludersi una delle feste patronali dell’estate salentina più attese dai leccesi (e non). Parliamo delle celebrazioni in onore dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato che anche quest’anno, a causa delle restrizioni legate al Coronavirus, si stanno svolgendo in sordina, con numerose limitazioni. NO alla consueta e solenne processione, sostituita da un’altra “processione”, quella delle principali personalità politiche della città, accompagnata dalla consegna simbolica delle chiavi della città da parte del sindaco Carlo Salvemini e dalla solenne celebrazione dei Vespri in Piazza Duomo, presieduta dall’Arcivescovo Michele Seccia. Presenti, per motivi di sicurezza, solo 500 persone munite di ticket numerato e con posto a sedere.
NO alla tradizionale fiera e alle affollate bancarelle, dove fino a pochi anni fa era possibile degustare specialità culinarie salentine come la “cupeta” o la “scapece”. NO al divertente luna park per bambini (e non solo) in Via del Mare. In compenso, è possibile ammirare le bellissime e imponenti luminarie accese, come di consueto, il 24 Agosto alle 20.30, che illuminano e decorano la città, da piazza Duomo a piazza Sant’Oronzo, da Porta Rudiae e Porta Napoli fino a Palazzo Carafa.
E oggi 26 Agosto il Solenne Pontificale nella Chiesa Cattedrale presieduto dall’Arcivescovo che dà il via al Giubileo con l’apertura della Porta Santa Oronziana. Le celebrazioni si concluderanno con i tradizionali fuochi pirotecnici di mezzanotte.

Insomma, anche quest’anno la “festa dei leccesi”, da sempre appuntamento di chiusura dell’estate, è ben lontana da ciò che tutti si aspettavano: un ritorno alla “normalità”, cosa questa che ha ingenerato non poche polemiche.

Il consigliere di centrodestra Gianpaolo Scorrano su Facebook ha preferito definirla la “non festa di Sant’Oronzo. Salvemini ieri ha spiegato che non è la festa che vorremmo, ma quella che possiamo permetterci. Eppure più di qualcuno storce il naso, visto che gli assembramenti, le folle oceaniche in via Trinchese e gli eventi sono all’ordine del giorno.”

Gli fa eco il collega consigliere Arturo Baglivo che così ha commentato le scelte operate dal Sindaco e dalla sua Giunta: “In altri tempi visto che tradizionalmente a Lecce per la festività di Sant’ Oronzo piove, avrebbero detto: ‘eccu ni sta rruina la festa alli leccesi’. Quest’anno, anche se piove, ci ha pensato la disorganizzazione massima della nostra amministrazione a rovinare ancora una volta la festa ai leccesi. Eppure si poteva e si doveva organizzarsi per tempo […] dal 15 giugno sono stati fissati i criteri di sicurezza per sagre e fiere e l’uso del Green Pass avrebbe consentito gli accessi in sicurezza utilizzando barriere mobili, segnaletica orizzontale provvisoria a terra, tornelli e quant’altro e che l’area si poteva facilmente delimitare (non dimentico le delimitazioni forzate in occasioni di eventi politici internazionali)”.

In effetti, non possiamo dimenticare di aver assistito, durante l’estate che volge oramai al termine, a concerti di piazza, Notti della Taranta itinerante, movida senza controlli con locali stracolmi di gente non distanziata e priva di mascherine, spiagge libere sovraffollate, ma anche assembramenti per le principali vie del centro storico.

Tuttavia, il sindaco Salvemini ha giustificato l’assenza del Luna Park, della processione e della fiera sostenendo che “diversamente dal libero passeggio in centro sono manifestazioni organizzate, che rispondono a una disciplina nazionale e sono sottoposte a valutazioni dei rischi nell’ambito del Comitato ordine e sicurezza pubblica. Per fare in modo che la Fiera si svolgesse in sicurezza secondo le disposizioni vigenti avremmo dovuto delimitare tutte le vie della città coperte dalle circa 300 bancarelle, contingentare gli accessi, chiedere il Green Pass agli ingressi. E lo stesso vale per il Luna Park, che a Lecce è composto da circa 70 attrazioni e attira ogni anno migliaia di visitatori.”

É vero, neanche quest’anno si respira quell’atmosfera di gioia, divertimento e attaccamento alle proprie radici che ha sempre contraddistinto queste celebrazioni, ma la tradizione ha dovuto fare i conti, ancora una volta, con il rispetto delle regole, giuste o sbagliate che siano. Come tante altre città, anche a Lecce e anche quest’anno, abbiamo quindi dovuto fare delle rinunce per ridurre il rischio di contagio. Questa è la festa che possiamo permetterci e non ci resta che sperare di poter rivedere, l’anno prossimo, i volti felici dei leccesi intenti a festeggiare nel migliore dei modi l’appuntamento più atteso dell’estate salentina.