Inquinamento a Brindisi, la commissione europea per l’ambiente ha accolto la denuncia di Peacelink

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Inquinamento a BrindisiBrindisi – La Commissione Europea Ambiente ha scritto una lettera ad Antonia Battaglia di Peacelink in merito alla questione inquinamento a Brindisi. La lettera, a firma del capo della Direzione D della Commissione Ambiente, indica che il Commissario Vella ha deciso di rispondere a PeaceLink e di intervenire sulla questione del particolato in emissione dagli impianti industriali di Brindisi.

Dopo aver esaminato la questione alla luce delle informazioni disponibili, appare alla Commissione che i valori limite per la qualità dell’aria sono stati superati per diversi anni nell’area in oggetto. Una procedura di infrazione è quindi stata aperta per violazione degli Articoli 13 e 23 della Direttiva 2008/50/EC sulla qualità dell’aria ambiente in questa e altre zone, in particolare con attenzione per il PM10 (polveri sottili), e pertanto la Commissione ha deciso di prendere in considerazione la denuncia di PeaceLink alla luce della procedura sopracitata.

In particolare, dato che la violazione dell’articolo 23 richiede l’adozione di tutte le misure appropriate per ridurre l’inquinamento dell’aria a partire dalla fonte inquinante, “crediamo che le Sue preoccupazioni possano diventare oggetto delle investigazioni in corso”, scrive la Commissione Europea. 

Per quanto riguarda il PM 2.5 (polveri molto sottili), il limite rilevante è entrato in vigore il 1 gennaio 2015, quindi la Commissione non è ancora in grado di stabilire il rispetto della nuova norma limite al momento.

PeaceLink aveva denunciato la questione inquinamento a Brindisi con un’ultima denuncia del 7 marzo 2015, accompagnata da un poderoso dossier redatto dalla responsabile di PeaceLink Brindisi Ornella Tarullo con la collaborazione di Antonia Battaglia.

Nella lettera, si faceva riferimento ad un peggioramento della situazione, accompagnato dalla inerzia delle Istituzioni che non hanno ad oggi ancora elaborato nessun piano per la riduzione delle emissioni, nessun atto finalizzato a proteggere la popolazione quando le condizioni meteorologiche portano le emissioni in città, nessuna programmazione su come informare i cittadini sui comportamenti da assumere in caso di pericolo. Niente è stato fatto nel campo della prevenzione sanitaria e la popolazione è abbandonata a se stessa sebbene si sappia che l’inquinamento possa causare malattia e morte.

La Commissione era stata poi aggiornata nel dettaglio su quanto avvenuto in questi mesi e in particolare sulla ricerca scientifica pubblicata a luglio 2015 [Impatto sulla salute della popolazione del particolato secondario originato da una sorgente industriale], a firma dei ricercatori Cristina Mangia, Marco Cervino ed Emilio Gianicolo del CNR sull’impatto del particolato primario e secondario. La sorgente presa in esame è la centrale termoelettrica situata a Cerano (Brindisi), in cima alle classifiche dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) per emissioni di sostanze inquinanti.

La ricerca scientifica inviata da PeaceLink alla Commissione Europea (disponibile anche suol sito della Regione Puglia all’indirizzo http://www.sanita.puglia.it/documents/890301/2109736/Cervino_ambsalbr_140915.pdf/3133ec0e-1409-4110-8a01-9aa7b2f53303) giungeva alla conclusione che all’inquinamento industriale prodotto a Brindisi erano attribuibili fino a 44 decessi ogni anno nella zona di Brindisi, Taranto e Lecce.

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