Svicat, hai vinto!

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SvicatCi sarebbe da parlare di una bella vittoria (la prima stagionale) per 38 a 21, ci sarebbe da parlare della grande prova di Michael Stubbs e di tutti i suoi compagni ma oggi vogliamo parlare della vittoria della Svicat Campi. L’altra vittoria…quella che non porta punti in classifica ma regala un pezzo di storia. “Troppo bello questo sport, voglio iniziare a giocare a rugby“, diceva un ragazzino di nemmeno quindici anni seduto in tribuna: questa è la vera vittoria della Svicat, aver fatto conoscere ed apprezzare un “nuovo” sport.

In un Paese come l’Italia che considera “minori” tutti gli sport diversi dal calcio, far conoscere il rugby non è impresa facile e si corre il rischio concreto di essere snobbati esattamente come è avvenuto quando il Patron della Svicat Campi, Fabrizio Camilli, ha parlato con le istituzioni campiote per cercare di trattenere gli evergreen nel paese in cui è nata questa bella avventura. Alla fine, dopo il niet ricevuto, si è trovato l’appoggio di alcuni cittadini melendugnesi che hanno fatto di tutto per permettere alla Svicat di giocare il campionato appena iniziato nel campo sportivo del loro paese. 

Melendugno, per essere la prima volta di una partita di rugby, ha risposto bene e gli spalti erano pieni di uomini, donne e soprattutto ragazzini incantati da questo sport per uomini veri che in campo se le danno di santa ragione (senza far mancare momenti di nervosismo) e fuori vanno a fare il ‘terzo tempo’ tutti insieme: vincitori e sconfitti a brindare nel nome dello sport. Il Rugby è quello sport in cui, come visto ieri, se protesti eccessivamente vieni richiamato duramente non dall’arbitro ma dal tuo compagno di squadra, lo stesso compagno che magari ti allontana quando stai esagerando in uno scontro verbale o fisico con un avversario. 

Sugli spalti dello Svicat Stadium c’era tanta gente che incitava i ragazzi di coach Fedrigo, alcuni non conoscevano nemmeno i nomi dei giocatori ma erano catturati in questa alchimia che portava ogni singolo spettatore ad esultare per una meta o per un calcio piazzato andato a buon fine. Certo, si spera che il pubblico possa aumentare nelle prossime gare casalinghe ma questo è già un buon punto di partenza.

Alla fine gli evergreen sono andati sotto gli spalti, nella loro nuova casa, a ringraziare chi è rimasto fino alla fine resistendo, vista l’ora, alla chiamata del piatto caldo e poi via a fare il terzo tempo pensando già alla prossima sfida contro il Reggio Calabria in cui la Svicat dovrà cercare di confermarsi per continuare ad inseguire da vicino quel sogno chiamato serie A.

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