Papini studia da capitano: “Con Trinchera un rapporto speciale”

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Lecce – Una conferma per ritornare il “Re” del centrocampo giallorosso. Romeo Papini non poteva lasciare in sospeso la sua lotta continua nel cuore della mediana giallorossa, all’inseguimento di una promozione fallita nelle prime due stagioni nel Salento. Il Papo è stato il primo a sposare la causa giallorossa dopo il cambio societario dello scorso giugno, e la voglia di metterci la solita intensità, il solito ritmo altissimo, il solito carisma da condottiero che subito ha fatto breccia nei cuori dei sostenitori giallorossi nonostante le cocenti delusioni degli ultimi anni. L’autorità investitagli nella sua esperienza a Lecce gli è valsa anche la fascia di capitano, vestita già in tre occasioni nello scorso campionato, tutte nel girone d’andata (Lupa Roma alla prima, Messina e Casertana).

Capitano? Perché no – Il calciatore romano risponde presente all’eventuale chiamata a vestire la fascia che potrebbe arrivare quest’anno: “Sarebbe un onore, ma fare il capitano di questa squadra non dipende da me; queste sono scelte della società e dell’allenatore, ma se ciò dovesse accadere mi sento pronto“. La conferma non è stata mai messa in dubbio dalle offerte di Benevento e Matera: “Un po’ di squadre mi hanno corteggiato, questo è un orgoglio per me nonostante la stagione fallimentare. Non pensavo di avere tanto mercato, il Matera mi ha chiamato ogni giorno fin dall’inizio e anche il Benevento mi ha fatto un’offerta importante. In questo momento della mia vita però non c’è miglior cosa di stare qua“.

Direttore e compagno – La nuova società ha un perno importante per Romeo Papini. Il d.s. Stefano Trinchera era infatti un compagno del mediano romano in quel di Terni. La stagione fallimentare vissuta con le Fere però non ha inficiato la nascita di un bel rapporto, che ora continuerà con la singolare situazione dei ruoli diversi: “Stefano (Trinchera, ndr) mi ha trasmesso tanto. Abbiamo giocato insieme vivendo bei momenti nonostante la difficile situazione vissuta quell’anno; ricordo che lui era uno dei più anziani della squadra”. Il rapporto è proseguito anche dopo l’anno in Umbria: “Ci capiamo subito, ci scambiamo informazioni sui giocatori. Io gli ho segnalato Gagliolo, un giocatore che quando ero a Carpi non giocava e che l’anno prossimo sarà titolare in A. Mi ha detto subito che mi voleva nel nuovo progetto, e io, dopo aver aspettato tanto il passaggio di proprietà, ho accettato.”

Lecce “romano”- Papini è contento dell’approccio che il neoallenatore Asta ha dato alla squadra: “Ieri c’è stata una chiacchierata importante. Mi piace il suo approccio, chiede cose che mi piacciono fare a noi centrocampisti. Il suo sarà un calcio offensivo“. Parte del nuovo corso sarà imperniato sul gruppo fondante dello scorso anno: tra le conferme ci sono quelle importante di Salvi e Moscardelli, oltre quella del Papo. Il Lecce avrà anche l’anno prossimo il suo importante clan romano: “Con il Mosca abbiamo fatto le vacanze insieme. Qui nei due anni passati c’è stato sempre un bel gruppo. Noi romani? Beh abbiamo un carattere simile, giocoso e burlone; è facile andar d’accordo.”

Ricordi – La voglia di far bene però non cancella i ricordi dello scorso anno e dell’ottimo rapporto con la famiglia Tesoro: “Ho un ottimo rapporto con loro. Ricordo la moglie del patron Savino sempre vicina alle nostre sorti, dopo ogni partita mi mandava messaggi. Con Antonio abbiamo un rapporto schietto, confrontandoci su altre squadre. Quando a febbraio preannunciavano il loro addio non ci credevo, ma una conversazione a quattr’occhi con il presidente mi ha fatto ricredere. La delusione per la situazione negativa era tanta. Secondo me rimarranno in qualche modo nel calcio, sono persone che amano questo sport.” Quando il focus su sposta sull’eventuale futuro, Papini si concentra sul presente: “Un futuro da procuratore? Ora è troppo presto, penso ancora a giocare. L’anno scorso la squadra era forte, i dettagli fanno la differenza ed abbiamo pagato un po’ di sfortuna in episodi decisivi. Nel calcio conta tutto, e noi giocatori abbiamo la responsabilità più grossa, siamo noi quelli che nei momenti topici non abbiamo faro il massimo“.

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