Catanzaro-Lecce: le pagelle: Bogliacino abulico, difesa ok.

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collage catanzaro lecceCatanzaro– Il Lecce interrompe la sua striscia di vittorie a quota cinque successi e al “Ceravolo” di Catanzaro non va oltre lo 0-0. Il punteggio a reti bianche va bene agli uomini di Franco Lerda, abulici a metà campo e incapaci di costruire delle buone azioni manovrate. L’occasione più nitida del match è stata del Catanzaro, con il palo colpito da Russotto sul crepuscolo del primo tempo. L’unica grossa recriminazione per il Lecce è l’espulsione di Romeo Papini, provvedimento che ha costretto i salentini ad una mezz’ora di inferiorità numerica: il contatto tra l’ex Carpi e Germinale, seppur ruvido, non è sembrato un fallo prettamente da cartellino rosso. In 10 contro 11 il Lecce, giustamente, ha badato prima di tutto a non prenderle ed è riuscito senza soffrire molto a raccogliere un punto che vale il mantenimento del terzo posto in solitaria a cinque lunghezze dal Frosinone (sconfitto clamorosamente a Barletta) ed a sette dalla capolista Perugia (vittoriosa al “Curi” nell’anticipo contro il Grosseto), attesa in Salento nel match-clou della prossima giornata di campionato.

Perucchini 6,5: Il palo di Russotto, migliore in campo del Catanzaro, è l’unico brivido provato dal portiere ex Como in quasi 85 minuti di match, a causa dell’incapacità dei calabresi di portarsi a rete anche in superiorità numerica. Nel finale si guadagna la pagnotta con l’uscita sicura a far respirare la difesa e con la risposta positiva sul tiro da fuori di Tortolano.

D’Ambrosio 5,5: Ha sulla sua fascia proprio l’insidioso Russotto, elemento capace di tenerlo sempre basso nonostante non lo punti a campo aperto, preferendo l’azione per vie centrali. In fase offensiva non cerca mai il cross dal fondo ed opta per dei prevedibili spioventi dalla trequarti, sui quali Ferraro e Rigione hanno vita facile. 

Diniz 6,5: La quasi totale assenza d’interessanti spunti di gioco lo costringe, soprattutto nel primo tempo, ad una serie di lanci sparacchiati alla ricerca di una soluzione che non arriva mai. In fase di copertura non sbaglia un colpo e dà filo da torcere a Fioretti, mai pericoloso in zona-gol.

Abruzzese 6,5: Il debutto dal 1′ è abbastanza positivo, anche per la scarsa vena offensiva della squadra calabrese. Come il suo compagno di reparto Diniz soffre la mancanza d’idee in fase di costruzione che lo costringe alla ricerca dell’imbucata diretta verso l’attacco, ma tutto sommato la partita scorre in scioltezza senza particolari salvataggi da operare. 

Lopez 6: Il battibecco con Marchi, infiammato sin dal primo quarto d’ora, lo condiziona nell’apporto in fase d’attacco e di costruzione, decisamente inferiore alle aspettative. Quando il Lecce poi rimane in 10 l’uruguagio dà manforte alla coppia centrale nel tentativo, riuscito, di contenere il forcing finale della squadra di Brevi: meno in luce rispetto alle ultime uscite, ma sempre tanto utile ed indispensabile. 

Amodìo 6: Il ritrovato affiancamento a Romeo Papini gli consegna un’infinità di compiti di rottura, ben svolti vista la prestazione opaca di Benedetti, sempre guardato a vista dall’ex incontrista del Napoli. Il lavoro di taglio si duplica con il Lecce in 10, ma l’inserimento di Ciccio De Rose gli evita il surriscaldamento. 

(55′ Zigoni 5,5: Entra per affiancare Miccoli “appesantendo” l’attacco salentino e consentendo più respiro al capitano, ma l’espulsione scardina i piani di Lerda, costretto ai ripari a metà campo; la conseguenza fisiologica è la solitudine totale del lungagnone ex Avellino, costretto ad una battaglia impari contro l’intero pacchetto arretrato calabrese e quindi allontanato dal cuore della partita)

Papini 5: Cerca di confermarsi come il “monarca” della mediana leccese, ma incappa prima in una manovra offensiva a dir poco farraginosa e poi in una espulsione discutibile, decretata per fallo su Germinale a metà campo, che gli vale il secondo “rosso” stagionale.La decisione dell’arbitro Rapiano si può certamente discutere, ma un calciatore esperto come il centrocampista romano avrebbe potuto evitare il contatto con la punta calabrese, anche a causa del nervosismo che si stava addensando tra i ventidue uomini sul terreno di giocodel “Ceravolo”.

Ferreira Pinto 6: I primi 45′ sono totalmente bui, in quanto Di Chiara gli chiude tutti i varchi utili ad offendere. La ripresa, con il vento a favore dei salentini, lo vede orchestrare qualche azione offensiva, ma i suoi cross ben calibrati non sortiscono l’effetto sperato. L’inferiorità numerica e l’intensità crescente del Catanzaro nei minuti finali inducono Lerda a sostituirlo a beneficio di Beretta.

(73′ Beretta SV: Subentra a Ferreira Pinto per far respirare la sua squadra con qualche sgroppata offensiva, ma tocca pochissimi palloni e rimane sempre lontano dall’area avversaria)

Bogliacino 5: Altro passaggio a vuoto per il “senatore” uruguagio del Lecce, autore di una stagione a corrente alternata, caratterizzata più da prestazioni opache che da acuti. Non riesce a cavare nessun ragno dal buco con le sue aperture, quasi sempre sballate e fuori misura; Vacca e Vitiello di conseguenza hanno vita facile in fase difensiva. In apertura di ripresa prima si presenta in zona gol con un colpo di testa alto al 48′ e poi passa sulla linea dei centrocampisti a seguito dell’ingresso di Zigoni, non migliorando la sua prestazione. 

Doumbia 5,5: Non viene messo mai in moto dai suoi compagni e le sue uniche belle azioni solitarie portano ai cartellini gialli per i dirimpettai Catacchini e Marchi. Purtroppo per il Lecce il peso specifico della partita del francese si ferma lì, poiché dai suoi piedi non parte alcuna iniziativa pericolosa per la porta di Bindi.

Miccoli 6: Il forte vento contrario e la giornata-no del centrocampo leccese gli consegnano pochissimi palloni utili ad offendere. Scodella due buoni palloni al centro da calcio piazzato ma prima Diniz e poi D’Ambrosio mancano l’appuntamento con la sfera. La ripresa sembra aprirsi bene con più spazi per le sue azioni solitarie, ma il tiro parato da Bindi in bagher rimane l’unica fiammata del Romario del Salento, perchè Lerda lo sacrifica per assicurare una maggiore copertura dopo il “rosso” comminato a Papini. 

(65′ De Rose 6,5: Entra per far legna a metà campo ed aiuta tantissimo la sua squadra, in inferiorità numerica, lasciando pochissimo spazio alle incursioni offensive dei centrocampisti catanzaresi. La squalifica di Papini per il big-match di domenica prossima contro il Perugia potrebbe regalargli la maglia da titolare.)

All. Lerda 6,5: Schiera la formazione iniziale con gli elementi più in forma, dimostra la ferma volontà nella ricerca dei tre punti con l’inserimento di Gianmarco Zigoni assieme a Fabrizio Miccoli, ma è costretto al fisiologico arretramento del baricentro a seguito della decisione discutibile dell’arbitro Rapuano. I suoi cambi sono sempre legittimi ed effettuati nel tempismo giusto.

 

Gli avversari: Catanzaro

Bindi 6

Catacchini 6,5

Rigione 6,5

Ferraro 6,5

Di Chiara 6

Vitiello 6,5

Vacca 5,5

            (67’ Germinale 6)

Marchi 6

            (79’ Madonia SV)

Benedetti 6,5

Russotto 7

Fioretti 5,5

            (72’ Tortolano 5,5)

All. Brevi 5,5

 

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