Barletta-Lecce: l’analisi. Lecce vittima delle sue paure

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Mosca Della RoccaLecce – Un film che si ripete maledettamente ancora una volta, lasciando spazio a tante recriminazioni, ma, come spesso nel calcio si è soliti ripetere, “con i se e con i ma non si fa la storia”. L’1-1 maturato al “Puttilli” contro un Barletta reduce da cinque successi consecutivi palesa ancora i limiti caratteriali di una squadra ormai temibile soltanto sulla carta, vista la difficoltà che ha il Lecce nello sfoderare una partita degna del suo nome.

Pari giusto – Il match contro i biancorossi è stato deciso ancora una volta da dei passi falsi individuali. L’espulsione di Sacilotto al 63′ ha rotto gli equilibri di una partita comunque giocata bene da entrambe le compagini in campo, con l’undici di Pagliari intento a reggere l’urto della reazione barlettana guidata dai tempi di Quadri e dalle percussioni laterali delle ali Venitucci e Danti. Il rosso all’ex Latina, maturato per due interventi scorretti, ha squilibrato il Lecce specialmente per la dinamica: era necessario un tackle così in una zona del campo non tra le più pericolose? La superiorità numerica degli uomini di Sesia è stata poi capitalizzata con il pareggio solo dopo il secondo rigore consecutivo provocato da Walter Lopez, in verità anche un po’ generoso nella sua concessione decisa dall’arbitro Dei Giudici. Le gambe tremano quando c’è da chiudere, così non va.

Bagarre playoff – Le ambizioni promozione del Lecce ormai si riducono fisiologicamente all’aggancio potenziale al treno playoff, quest’anno composto dalle seconde, terze e dalle due migliori quarte dei gironi. Il dato della graduatoria ora parla di dieci punti di distacco tra un Lecce sesto e la capolista Benevento, sempre più intenta a giocarsi la promozione diretta con la Salernitana, distanziata di due punti dagli Stregoni. Dietro le due battistrada, la grande corsa. In quattro punti ci sono cinque compagini che lottano per una piazza playoff: Juve Stabia (39), Casertana (38), Foggia (37), Lecce (36) e Matera (35) corrono per le altre due piazze che conducono al post-season. Il Lecce ha il vantaggio di giocarsi cinque scontri diretti su sei al “Via del Mare” (la prossima contro il Matera, le sfide alle big Benevento e Salernitana e i match contro Juve Stabia e Foggia) ma in questo campionato dal rendimento altalenante ben poche cose sono certe: quanti avrebbero scommesso sugli scivoloni con Martina ed Ischia dopo le entusiasmanti vittorie a domicilio raccolte a Benevento e Salerno?

Quali aiuti dal mercato – L’arrivo non ancora formalizzato di Herrera, esterno alto proveniente dalla Paganese già nel gruppo di Pagliari, non può essere il solo arrivo in un gruppo dove il mercato dovrà apportare necessariamente dei cambiamenti in entrata ed uscita. In difesa, l’addio di Carini (passato all’Aquila), coinciso con il ritorno in auge di Vinetot, dovrà essere rimpiazzato per evitare difficoltà dettate da qualche defezione in più. In attacco, partito in prestito Rosafio (sostituito anche numericamente dal panamense), il Lecce ha bisogno di volti nuovi, indipendentemente dalle scelte relative a Gigi Della Rocca, mai esploso in questa sua parentesi giallorossa. Il mercato ha bisogno di uno scossone in questa settimana che porta alla conclusione di gennaio, il Lecce ha bisogno di una nuova identità vincente. Per non rivedere quel film ormai imparato a memoria da tutti i tifosi. 

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