L’analisi: artisti e propositi

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MoscardelliLecce– Di artisti del pallone Lecce ne ha visti tanti, e la maglia giallorossa ha avuto la fortuna di essere indossata da grandissimi esponenti del calcio italiano e mondiale, ma il legame che sta nascendo tra il Lecce e Davide Moscardelli, artista naif fuori dagli schemi del calcio moderno, rimarrà senza dubbio nello scrigno dei ricordi dei tifosi del Lecce alla sezione relativa alla Lega Pro.

 

AbruzzeseMeglio la prima o la quarta?- Il quarto gol in campionato di Davide Moscardelli ha fatto stropicciare gli occhi ad addetti ai lavori e non: la rovesciata con la quale l’ex Bologna ha girato in rete il cross di Lopez è stata un colpo a massimo coefficiente di difficoltà, tenuto conto che il pallone servito dall’uruguaiano tendeva a uscire dalla zona dove il Mosca era marcato stretto da Giovannini, rimasto a bocca aperta per la trovata geniale del bomber giallorosso. Il gol del “Bisceglia” di Aversa però non è il primo prodigio tecnico di un giocatore dall’indubbio bagaglio. La prima rete di Moscardelli in giallorosso, il gol del vantaggio a Messina, potrebbe competere con quella di sabato. Meglio una staffilata da zona siderale in posizione decentrata o una rovesciata mozzafiato? La risposta è facile. Nessuna delle due. Tutti i tifosi si augurano altre opere fantastiche da aggiungere alla collezione stagionale dell’artista naif.

Un rendimento da zone altissime– Il gol spacca-partita di Davide Moscardelli non deve comunque distogliere l’attenzione da un dato di fatto che risalta, a differenza delle singhiozzanti prime partite. Il Lecce sta cominciando a mettere la quarta marcia anche in trasferta e la vittoria di Aversa ha dato il migliore seguito al botto dello stadio “Arechi” due giornate fa. Le tre vittorie consecutive seguite al pari di Castellammare di Stabia hanno rilanciato le ambizioni del Lecce e, nonostante lassù ci sia ancora un Benevento che non molla (gli Stregoni hanno imposto la legge del “Vigorito” anche alla Casertana vincendo per 1-0 con gol di Marotta) il Girone C dovrà dare conto anche al Lecce di Franco Lerda, tosto in difesa con la coppia Abruzzese-Martinez in grande spolvero ed ordinato nonostante l’assenza di catalizzatori come Salvi e Papini.

Filipe Lecce poliedrico– Proprio l’assenza dei due mediani romani ha esaltato la versatilità degli uomini a disposizione dell’allenatore piemontese. Franco Lepore è una mezzala coi fiocchi, capace di bussare in zona offensiva da ogni zona del campo, stesso discorso per Luis Sacilotto, aiutato anche dal plus delle belle prestazioni al centro della difesa. Quando si parla di versatilità non si può non nominare Daniele Mannini, una vita tra A e B con Sampdoria (dove ha sfiorato anche la Champions, sconfitto nel preliminare col Werder Brema), Napoli e Brescia e tanta professionalità a disposizione del Lecce dimostrata con l’arretramento nel ruolo di terzino destro, svolto con intensità e tempismo fuori dal comune. In questo coro di bravi interpreti le note stonate arrivano da Filipe Gomes e Abdou Doumbia. L’ex Perugia non è riuscito ad improntare la sua regia neanche ad Aversa, con il Lecce schierato con il 4-3-3, non trovando quei tagli verticali pronti a mettere in porta gli attaccanti. Discorso diverso per il francese, più presente in zona gol rispetto alla scorsa stagione, ma in difficoltà quando si tratta di partire dal 1’ e soprattutto quando di fronte ci sono difese arroccate. Il miglior Doumbia della stagione si è visto a Salerno, in una partita giocata a viso aperto.  

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