L’analisi: la rabbia è più che legittima

0
345

lecceLecce – Il Lecce ha alzato la voce dopo la partita di Frosinone, match caratterizzato dalla disastrosa direzione dell’arbitro Abisso di Palermo. Il nervosismo dei giallorossi è trapelato dalle parole di Marcus Diniz: “E’ inaccettabile che l’arbitro, prima di fischiare il penalty al Frosinone, abbia detto a Ciofani ‘Ti fidi di me?’; se non fosse stato per l’arbitro oggi non ci saremmo fermati”. Alle dichiarazioni del centrale brasiliano fanno eco le parole di capitan Miccoli e di mister Franco Lerda: “Non sono venuto qui per farmi prendere per c…; se la Lega Pro è questa ci penso un attimo” le parole del capitano giallorosso; “L’arbitro ha condizionato la partita inventandosi un rigore per il Frosinone e togliendone uno a noi, è questa la mia analisi” le principali frasi dell’allenatore di Fossano.

È brutto ridurre gli episodi a poco redditizie dietrologie aventi come partenza i fatti di Lecce-Carpi, raffigurati come una spada di Damocle sulla testa delle sorti del Lecce, ma le domande dei tifosi leccesi sulla reale equità di trattamento della classe arbitrale nei confronti dei tesserati del sodalizio di Piazza Mazzini ad oggi suonano legittime, specialmente se si considerano una serie di interrogativi che potrebbero spaziare dal beneficio economico per la Lega Pro scaturente da un Lecce nei playoff alla reale inadeguatezza di una categoria decisamente disorganizzata (vedi anche vicende legate alle decisioni sul recupero di Nocerina-Lecce).

La partita – Fino al “papocchio” del fischietto palermitano il rettangolo verde del “Matusa” di Frosinone aveva espresso un Lecce padrone del campo e capace di mettere alle corde i frusinati timidi ed imballati nel gioco di centrocampo, matrice essenziale del credo tattico di Stellone. Il vantaggio giallorosso, arrivato grazie al tap-in di Miccoli su cross di Rullo, ha premiato un meritato dominio del campo che il precedente legno di Bogliacino già lasciava intendere. Nei secondi 45’, susseguenti al disastro di Abisso, il Lecce ha inevitabilmente accusato il colpo e ha tirato i remi in barca sul piano del gioco e del peso offensivo. A macchiare ancora di più l’insufficiente prestazione dell’arbitro vi è anche l’episodio del 2-1 frusinate, realizzato da Daniele Ciofani: l’attaccante 25enne trattiene vistosamente Gilberto Martinez, che cade rovinosamente a terra, prima di insaccare in rete la palla del vantaggio. Il gol della doppietta dell’ariete gialloblù ha fatto perdere il pallino del gioco ai palleggiatori giallorossi che, complice anche il nuovo assetto tattico di Lerda intento ad appesantire l’attacco prima con Zigoni e poi con Beretta, non sono riusciti a costruire gioco ed hanno esposto il fianco alla squadra di Stellone. La reazione disordinata e rabbiosa del Lecce ha comunque fruttato almeno tre rilevanti occasioni, due partite dai piedi di Miccoli (punizione parata da Zappino e girata volante da fuori finita a lato) ed il doppio legno prima di Beretta e poi di Zigoni. La sconfitta maturata ieri pesa, ahimè, sulle ambizioni di rimonta, specialmente nelle già flebili velleità di acciuffare il primato, ma deve fungere da volano per ricompattare un ambiente, già fin troppo frastagliato, attorno ai propri colori.

Grifo volante – La quattordicesima giornata di Lega Pro attesta ancora il Perugia di Camplone alla guida del campionato; il Grifo, impostosi per 0-1 con gol di Eusepi, è stato corsaro in quel di Pontedera ed ha palesato una sorta di calo verticale della matricola toscana. È passato l’effetto sorpresa anche per l’altra “matricola terribile” L’Aquila, sconfitta per 1-0 a Nocera Inferiore dai Molossi che, grazie al successo del “San Francesco” regalato dal gol di Danti, agganciano i cugini della Paganese (battuti già sette giorni fa sul neutro di Pontedera) a quota 7 nell’ultima piazza della classifica. In zona playoff gioiscono il Prato ed il Benevento: i Lanieri si impongono all’”Arechi” di Salerno per 0-2 con gol di Lanini e Corvesi e gli Stregoni battono in casa l’Ascoli con lo stesso punteggio grazie alle segnature di Buonaiuto ed Evacuo. Bicchiere mezzo vuoto per il Catanzaro, bloccato sull’1-1 casalingo dal Barletta di Nevio Orlandi. 

{loadposition addthis}