Lucarelli – Conticchio, simbolo di una quadratura da ritrovare

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FOTO: Stefano DI BELLA

Lecce – Applausi scroscianti e cori al fischio finale. La conclusione di un’altra domenica conclusa con la vittoria del Lecce e di belle speranze in vista della corsa play-off? Non proprio. Lecce-Messina, finita 0-1 per gli ospiti, è stata una giornata da dimenticare, e non per il contestuale 2-2 tra Fondi e Foggia che ha sancito il matematico ritorno dei Satanelli in Serie B dopo 26 anni.

Gli applausi e i cori erano rivolti a Cristiano Lucarelli e Alessandro Conticchio, ora allenatore e vice del Messina, un tempo attori protagonisti di un Lecce (stagione 1999-2000) che si batteva indomito su ogni campo di quella che era una Serie A di ben altro livello rispetto ad oggi. Lucarelli, 27 gol in due stagioni nel Salento, era l’ariete e Conticchio il condottiero, noto come “il Sindaco” per il suo peso specifico in campo e soprattutto per il gol vittoria di uno storico Lecce-Bari giocato sotto la pioggia.

Omaggi raccolti con entusiasmo e lacrime dai due ex calciatori: Lucarelli saltellante al coro “ci nu zumpa è nu barese” e Conticchio in lacrime percorrendo i metri che dal centrocampo conducono alla porta sotto la Curva Nord.

I momenti da ricordare di oggi si fermano, tristemente, qui. L’undici messo in campo oggi da Padalino (squalificato e sostituito in panchina dal vice Di Corcia) non è riuscito a far vedere un’impronta uniforme di gioco e il risultato è stata una partita per lunghi tratti soporifera, rotta soltanto dalla leggera accelerazione delle squadre nella ripresa. Un’occasione solare per parte: Marconi, su corner di Lepore, ha colto in pieno il palo e, invece, Anastasi in spaccata sull’iniziale tiro di Musacci ha beneficiato della deviazione vincente del legno. La partita si potrebbe sintetizzare così? Più o meno. Il Messina, squadra operaia e muscolare, ha mantenuto ben serrate le fila, giocando una partita egregia nelle prime due linee.

La chiave tattica, termine abbastanza ardito per la pochezza vista oggi, situazione che spesso si rivede ad ogni finale di stagione, è stata questa. Si registra quindi la bocciatura per l’inedito disegno tattico proposto a seguito delle assenze degli squalificati Cosenza, Giosa e Fiordilino più Mancosu non ancora al top. A rendere farraginosi i meccanismi di gioco oggi sono anche capitate le prestazioni negative di Costa Ferreira (alla prima grave insufficienza in giallorosso), Torromino (evanescente) e Agostinone (arruffone palla al piede). Dall’altra parte è da segnalare la grande forza di volontà di Marconi, attaccante giunto a gennaio e lottatore perenne in ogni situazione.

Al di là di tattiche e prestazioni, quella che sta mancando quest’anno è la giusta carica in vista dei play-off, step obbligatorio che, seppur difficile e ancor più complicato nella formula di quest’anno, mette sempre in palio un posto in Serie B. La delusione cocente lasciata dal 3-0 di Foggia, goccia che ha fatto traboccare il già pieno vaso del difficile rapporto tra la tifoseria e il tecnico Pasquale Padalino, sembra ancora dominare le sensazioni dei supporters, già colpiti da quattro stagioni di delusioni nei momenti decisivi. Le sensazioni però partono dal campo, e l’atteggiamento visto sul terreno di gioco oggi dal Lecce non può che ampliare questa frattura. Oltre a un assetto tattico vincente, bomber che devono tornare implacabili e elementi da rilanciare, c’è da recuperare la quadratura con il pubblico, quella quadratura che ha fatto innamorare molti tifosi del Lecce che era anche di Lucarelli e Conticchio.