Lecce-Ischia: l’analisi. Simboli di una stagione

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Lecce – Ancora una volta fino alla fine. Il destino del Lecce, appeso ancora alle sorti delle avversarie Juve Stabia, Casertana e Matera, sarà deciso solamente negli ultimi 90’. E dire che all’89’ di Juve Stabia-Vigor Lamezia il pari ospite firmato da Montella rischiava di aprire al Lecce un ventaglio più ampio di possibilita, ma i gol stabiesi nel recupero hanno cancellato tutto.

Nel prossimo ed ultimo turno, mentre il Lecce dovrà fare di tutto per vincere in casa della Vigor Lamezia, solo la sconfitta di una tra Juve Stabia (di scena a Benevento) e Matera (impegnata in casa di un’Aversa già sicura dei play-out ma alla ricerca di una piazza migliore rispetto a quella dell’avversario) parallela  alla non-vittoria della Casertana a Salerno potranno permettere il prolungamento play-off ad un Lecce che, ora più  che mai, rimpiange gli innumerevoli passi falsi di una stagione più che tribolata dove la parola continuità è sembrata un optional.

Senza storia – Il 3-0 con l’Ischia non è stato mai messo in discussione da una superiorità netta della squadra di Bollini, in totale controllo dell’inerzia del match sin dai primissimi minuti. La rete di Doumbia, la prima della sua personalissima tripletta, ha poi rotto i flebili equilibri in campo, scardinatisi poi dopo l’espulsione di Gerevini per doppio giallo. Gli ultimi 90’ in casa hanno celebrato il ritorno ad alti livelli di Walter Lopez, il migliore in campo insieme al franco-maliano. Proprio l’uruguagio, con un anticipo perentorio su Ciotola, ha inaugurato la girandola del gol proponendo al compagno un assist da spingere in porta senza molta fatica dal cuore dell’area ischitana. Il secondo tempo è stato poi un pesante prolungamento di una contesa già chiusa nei primi 45’

Ciao Miccoli?- L’uomo più atteso dell’appuntamento era senza dubbio il capitano giallorosso Fabrizio Miccoli. Il Romario del Salento, in campo dal 9’ della ripresa per Doumbia, non ha però inciso molto nella partita che potrebbe segnare il suo addio dall’amata maglia giallorossa. I suoi quaranta minuti scarsi sul rettangolo verde del “Via del Mare” hanno sintetizzato una stagione anonima, priva di acuti e piena solo di panchine, rimpianti e delusioni. Il mesto rientro negli spogliatoi al fischio finale, dopo qualche stretta di mano con i compagni intenti a raggiungere il cerchio di centrocampo, è un’immagine triste per un campione come lui incapace ad essere decisivo.

Sfogo Mannini – Nel post-partita si è registrato lo sfogo di Daniele Mannini che, alla domanda relativa al periodo da cancellare di quest’annata, ha menzionato tutte le partite della prima gestione dove è stato schierato da terzino. Nonostante prestazioni ben al di sopra della sufficienza, l’esterno pisano ha lamentato la sua incapacità di esprimersi al meglio in un ruolo non suo, rimproverandosi comunque l’eccesso di zelo nel non far presente il suo malcontento per il bene della squadra. La sfuriata dell’ex Napoli può racchiudere le vicissitudini tecniche di una squadra incapace di mostrare sul campo l’infinitesimo potenziale disegnato dalla carta prima della partenza del campionato. “Un anno difficile per la mia carriera”, commentava Mannini nel mezzo dello sfogo seguito ad una partita maiuscola giocata nel tridente d’attacco assieme a Moscardelli e Doumbia.