Lecce-Santhià: le pagelle

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le pagelleNella sua prima uscita il Lecce regola la pratica Santhià con tre gol e passa al secondo turno di Tim Cup, dove domenica prossima troverà la Ternana; queste le pagelle dei giallorossi:

Perucchini SV: spettatore non pagante, impegnato solo a metà ripresa da un destro da fuori di Bogo. Il suo esordio al Via del Mare è molto soft.

D’Ambrosio 6: sembra più in palla rispetto alle insufficienti esibizioni della scorsa stagione, la pochezza dell’avversario lo aiuta ma in un paio di discese dimostra una buona gamba nonostante i duri carichi del ritiro di Montecopiolo. Il giocatore è sul taccuino dei partenti: avrà influito?

 Diniz 5,5: per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare. Il leitmotiv di Diniz è il solito: grande fisicità ma poca attenzione alla lunga: i suoi svarioni rischiano di regalare la gioia del gol al Via del Mare al Santhià.

Vinetot 5,5: esordio con debito formativo per il difensore ex Crotone. Doma facilmente Torta sulle palle alte ma, come il suo compagno di reparto, soffre di disattenzioni quando la palla è a terra. 

Nunzella 5,5: il terzino brindisino è timido, non sempre in palla ed a volte fuori posizione nei capovolgimenti di fronte. In ogni caso Leonardo bilancia questi errori di gioventù con tanta grinta e tanta fisicità mordendo sempre le caviglie dei dirimpettai vercellesi.

Bellazzini 6: è innamorato del pallone, ciò gli fa perdere il tempo giusto dell’ultimo passaggio in molte occasioni. Crea comunque tanta preoccupazione all’avversario di giornata Francese e bagna il suo esordio in giallorosso con un delizioso assist di spallino per il 3-0 di Bogliacino.

Tundo 7: una favola a lieto fine di un ragazzo leccese. Comincia male la partita del metronomo della Berretti delle meraviglie, costellata di errori di misura nel passaggio e di uscite di posizione sbagliate. Al 45′ la metamorfosi: caparbio sui palloni gestiti dalla mediana del Santhià, al secondo pallone strappato il premio del gol dopo lo scambio con capitan Miccoli. Il gol lo fa giocare sul velluto e gli permette di tessere gioco in piena tranquillità. 

Bogliacino 6: è sacrificato sulla mediana arretrata, si vede. Le sue geometrie non possono avere la giusta efficacia se iniziate qualche metro dietro. Nella ripresa, complici i gol ed il vantaggio numerico, gioca più libero dalle marcature avversarie e riesce a dispensare numerosi assist per i tentativi di Fabrizio Miccoli.

Falcone 6,5: nel primo tempo è il giocatore che da più attenzioni al Santhià, ha perennemente due uomini su di sè. Cerca troppe volte la soluzione personale, deve inserirsi nei meccanismi di squadra per dare il suo miglior contributo.

Miccoli 7: ci mette un tempo a rompere l’emozione dell’esordio in giallorosso, sbaglia due facili realizzazioni su due caramelle servite da Bogliacino. Il secondo tempo è tutta un’altra musica: sponde, assist, tiri mozzafiato che strozzano l’urlo dei presenti al Via del Mare. Avrebbe voluto bagnare l’esordio con un gol ma il peso specifico di Miccoli per questo Lecce è senza dubbio fondamentale.

 Zigoni 6: oggi è parso come un attaccante d’altri tempi, stretto nella morsa dei due centrali e sempre chiamato a ricevere palla spalle alla porta. Cerca il gol di pregevole fattura su cross dalla trequarti di D’Ambrosio ma non inquadra la porta. Un calciatore della sua mole soffre il calcio d’agosto.

Bencivenga 7: una piacevole sorpresa. Subentra al 6′ della ripresa a Falcone ma non abbassa il tasso di pericolosità della fascia destra del Lecce: non è un incursore naturale ma oggi è formidabile: realizza il gol del due a zero mostrandosi lesto sulla respinta di Maio e sfiora la doppietta personale incuneandosi tra i due centrali. È un cagnaccio, ed il Lecce ne ha bisogno.

Luperto 6: la gioia dell’esordio al Via del Mare per il ragazzo leccese classe 1996. Un paio di precisi anticipi e tanta attenzione.

Salvi SV

Moriero 7: la squadra è un cantiere ma, soprattutto nella ripresa, il mister riesce ad incanalare i suoi uomini in un sistema di gioco vivace con la palla sempre in movimento. Il Lecce poggia su Miccoli come fondamenta, sta a lui ed al lavoro di Antonio Tesoro costruirne sopra un possente palazzo. 

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