Da Facebook a Google, come big hi-tech si adattano a privacy Ue

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Dalle compagnie aeree alle aziende a conduzione familiare, in tutti i 28 Stati dell’Unione Europea da venerdì 25 maggio scattano le nuove norme sulla privacy, il cosiddetto General Data Protection Regulation (Gdpr). Ma gran parte dell’attenzione è concentrata su come i giganti di Internet, da Facebook a Google, da Apple a Twitter e Microsoft, si atterranno alle regole. Queste si concentrano sull’uso delle informazioni personali dei cittadini europei, con multe per le violazioni fino al 4% del fatturato annuale delle società.

– Facebook. Travolto dallo scandalo Cambridge Analytica, da marzo in poi il social ha aggiornato i suoi controlli sulla privacy, in modo da renderli più facili da capire e trovare. Per quanto riguarda il riconoscimento facciale, tecnologia usata in gran parte del mondo (ma non in Ue e Canada), la piattaforma chiederà agli utenti europei un consenso (viene disabilitata per i minori di 18 anni). Stretta sugli ‘under 15’: più controllo dei genitori su inserzioni pubblicitarie, opinioni e dati personali. Zuckerberg vuole estendere controlli e impostazioni anche al di fuori dall’Europa. La famiglia Facebook comprende anche WhatsApp, Messenger, Instagram e Oculus. “Da 18 mesi ci stiamo preparando a soddisfare i requisiti del Gdpr”, spiega Erin Egan, Chief Privacy Officer, aggiungendo che la piattaforma sta creando Clear History, per vedere i siti e le app che inviano al social informazioni quando gli utenti le utilizzano. Si possono cancellare dal proprio account.

– Google. Il gigante dei motori di ricerca ha aggiornato l’attuale politica sulla Privacy per rendere più comprensibile il tipo di informazioni che raccoglie, anche con l’ausilio di video e ampliando le sezioni di spiegazione. Nulla cambia riguardo le attuali impostazioni per gli utenti o al modo in cui le informazioni vengono trattate (ossia non vengono raccolti nuovi dati). Big G sta inoltre incrementando la disponibilità in Europa di Family Link, la funzione che consente ai genitori di creare account per i figli.

– Microsoft. L’azienda co-fondata da Bill Gates si impegna a dare agli utenti in tutto il mondo (anche America e Asia) gli stessi diritti su protezione della privacy e controllo dei dati che garantirà ai cittadini Ue. Consentirà di accedere ai propri dati personali, correggere errori, esportarli e cancellarli. Gli utenti potranno opporsi all’uso dei dati per il marketing e altre finalità. Sul Gdpr sono al lavoro 1.600 ingegneri.

– Apple. Cupertino già assicura che i dati degli utenti restino all’interno del loro dispositivo o vengano crittografati se raggiungono il cloud. In vista del 25 maggio, gli sforzi si sono concentrati sulla chiarezza dell’informativa e sul miglioramento della gestione degli account. Come previsto dal nuovo regolamento europeo, gli utenti hanno la possibilità di richiedere una copia dei propri dati. Tim Cook ha intenzione di estendere i nuovi controlli sulla privacy fuori dall’Ue.

– Twitter. Il microblog si impegna ad elaborare i dati degli utenti nel rispetto del regolamento Ue e invita gli inserzionisti ad esaminare la sua informativa sulla privacy prima di continuare a utilizzare i suoi servizi pubblicitari dopo l’entrata in vigore del Gdpr. Permetterà inoltre agli utenti di visualizzare quali informazioni personali sono salvate nel suo database.