Novoli, grande successo dei CLAB al primo Festival della Canzone “Valle della Cupa”

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Novoli (Le) – È arrivata la notte su piazza Regina Margherita, il sabato e la domenica si sono dati la mano scivolando l’uno nell’altra, avvolti dall’energia di un evento musicale davvero intenso che si è svolto con grande successo.
Nell’aria si sentono ancora le vibrazioni di uno spettacolo ricco di buona musica, proposta da ospiti di rilievo e band che hanno partecipato alla gara. Un evento di spessore, la piazza piena, viva, partecipe.
Il primo Festival della canzone “Valle della Cupa” 2019, organizzato dall’associazione socio culturale “Salentini dentro” è stato vinto dai Clab.
Dietro questo nome ci sono quattro ragazzi molto bravi e tanto simpatici, che con grande disponibilità ci hanno regalato un po’ del loro tempo.
Giuseppe Grecuccio, voce e chitarra, Daniele Calò, batteria, Emilio Maggio, basso e voce, Federico Presicce, chitarra solista.
Sono insieme da sei anni: i primi tre in cui hanno suonato le cover dei RATM, gli ultimi tre che li hanno visti proporre e interpretare brani inediti, i cui testi sono stati scritti da Giuseppe e la musica da tutti loro.
Hanno pubblicato un album che porta lo stesso nome del gruppo, Clab, e un altro è in dirittura d’arrivo.
Hanno vinto il primo festival “Valle della Cupa” con il brano “Assenza”.

Sono quattro ragazzi leccesi, due avvocati, uno psicologo ed un giornalista.
Li lega innanzitutto un rapporto di amicizia che si nota immediatamente: c’è infatti tra loro gran complicità. Il gruppo è ben assortito, e non è una frase fatta per l’occasione. Giuseppe inizia a parlare con noi, Emilio ascolta e – all’occasione – puntualizza, Daniele scalpita, Federico mette il punto. Un gruppo che ‘si fa in quattro’ ma resta fortemente coeso, tra il serio e il faceto, tra una battuta e un’osservazione acuta.
E l’intervista si trasforma in una chiacchierata simpatica, divertente e piena di riflessioni.

Ci dicono che sono molto felici per il risultato della gara che li ha visti vincitori, e che non se l’aspettavano.
Nei sei anni trascorsi insieme hanno partecipato a numerosi live, sono stati selezionati per la Sagra del Diavolo (rassegna di rilievo dell’estate salentina), si sono esibiti al teatro Paisiello di Lecce, hanno percorso i passi che segue ogni band di provincia animata soprattutto da grande passione.
La loro musica richiama il rock anni ’90, i testi sono introspettivi, c’è la ricerca di un dialogo costante, interiore e con l’interlocutore. Ci dicono che il gradimento del pubblico è importante, di peso, ma non fondamentale, perché la priorità per loro è dare spazio ad una sorta di urgenza espressiva.
Qual è il sogno di una band che fa musica? Il successo? Sì, anche. Ma per i Clab l’importante è obbedire alla purezza della loro arte. Un orgoglio che ha poco in comune con la vanità.
Sarebbe forse più facile e più fruttuoso uniformarsi alle tendenze, proporre un prodotto commerciale, ‘arrivare’ ai grandi numeri, soprattutto fra i giovanissimi. E invece loro vogliono esprimersi in libertà, assecondando le proprie idee, restando fedelmente vicini alla loro identità artistica, che ha poco in comune con quelle che spesso sembrano tracce usuali, magari un po’ troppo social.
In realtà proporre inediti non è la strada più facile per arrivare al grande pubblico, è poco accattivante; sulla platea ha certamente maggiore appeal la cover nota o uno stile magari uniformato. Ma a un certo punto si sceglie, e loro hanno optato per non usare appigli. Un lusso non barattabile, nonostante le difficoltà per emergere. C’è qualcosa che conta di più.
Partecipereste ad un talent? – chiediamo.
Le risposte si sovrappongono. Qualcuno sì, subito; un paio no, decisamente; il pensatore pensa. Magari a Battiti live, perché no? Già, perché no? Ci vuole anche fortuna, nella vita. Troverebbero comunque un accordo questi quattro ragazzi, restando fedeli al loro sentire che diventa musica.
È notte fonda, dobbiamo salutarci.
Non prima di augurare loro, senza retorica, di ritrovarli presto su palcoscenici sempre più importanti, e ringraziando l’Associazione “Salentini dentro” che intanto li ha fatti conoscere a noi. Per Novoli è stato un onore.