Salento & Dintorni – La torre colombaia nel parco di Borgo San Nicola

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La torre colombaia, presente nel parco, apparteneva al complesso della Masseria Madama, che era situato appena fuori l’abitato di Lecce.

Esteticamente assimilabile alle torri di difesa, per la sua forma prevalentemente cilindrica e priva di finestre sull’esterno, la torre era usata nell’antichità per l’allevamento dei piccioni, particolarmente apprezzati per le loro carni, commestibili, dall’alto potere nutrizionale, prodotte con bassi costi e molto ricercate nella dieta alimentare dei salentini del tempo, e poiché gli escrementi prodotti dai colombi erano utilizzati come fertilizzante naturale del tempo in quanto ricchi di palombino, ottimo concime a base di azoto di origine animale, utilizzato anche nella concia delle pelli.

Dobbiamo ricordare inoltre, tra i motivi che dovettero spingere alla costruzione di questa tipologia architettonica che a lungo i piccioni sono stati impiegati per inviare messaggi, grazie alla loro straordinaria capacità di orientamento e resistenza alla fatica e che spesso i colombi allevati venivano usati come animali da richiamo per la caccia di quelli selvatici.

Non conosciamo precisamente l’epoca della sua costruzione ma il suo impianto planimetrico circolare, e i connotati cinquecenteschi fanno pensare che essa sia stata edificata nei primi anni del ‘500.

La torre è stata realizzata interamente in pietra leccese, come poche altre torri colombaie presenti in prossimità degli abitati di Lecce e Maglie.

L’accesso originario ad essa è il varco posto in posizione sopraelevata, ricavato nell’interruzione della tessitura muraria, ciò serviva per evitare l’accesso all’interno della torre di animali come faine, donnole, topi, rettili o altri predatori che vi si avvicinavano per predare i suoi abitanti e vi si accedeva solitamente tramite una scala in legno.

Una recente apertura, appena sotto quella originaria, consente invece attualmente di accedere alla torre, questa è stata sicuramente aperta dagli uomini della masseria quando la torre aveva perso la sua funzione di colombaia, per poterla utilizzare più comodamente.

All’interno della torre vi sono circa 1760 piccole celle, di forma trapezoidale, le case dei colombi; queste nicchie, ricavate nello spessore della cortina muraria, sono ottenute dalla disposizione sfalzata dei conci che costituiscono la torre. Ogni nicchia ospitava di solito una coppia di colombi, pertanto, per avere un’idea di quanti volatili vi fossero all’interno della torre, si deve moltiplicare per due il numero delle celle.

Nel nostro caso quindi, la torre avrebbe potuto ospitare sino a 3520 colombi, anche se è difficile che tutte le celle fossero occupate contemporaneamente. All’interno, un sistema di sei rampe elicoidali consente il raggiungimento delle celle più alte.

Nel Salento, dove attualmente se ne contano circa 96, di varia tipologia, le torri colombaie rappresentano un’importante testimonianza della presenza dell’uomo sul territorio, tale presenza sottolineava la ricchezza e lo status sociale del proprietario della masseria che la possedeva, ed era motivo di vanto ed orgoglio.