Nell’intraprendere una nuova collaborazione ed occuparmi della rubrica “Salento & dintorni”, più volte mi sono chiesto con quale articolo partire, a quale, dei tanti luoghi splendidi che circondano questa maestosa terra tra i due mari, assegnare le famose forbici per il taglio del nastro.
Non potendo certo fare “figli e figliastri”, anche perché sarebbe davvero difficile, sembra doveroso dedicare il primo articolo a tutto il nostro Salento, terra dal fascino magico e misterioso, che accolse Enea, e diede i natali a uno dei primi scrittori della letteratura latina come Quinto Ennio. Una terra considerata un po’ come “mamma” dai popoli mediterranei, un porto sicuro da sempre rifugio di chi si trova in difficoltà nella propria patria. Terra dai profumi soavi e dai colori intensi, essi diventano fautori dell’accensione di una miccia, che trasforma una semplice passeggiata, nell’esplosione prodigiosa di tutti e cinque i sensi. Basta infatti ritrovarsi in una qualsiasi strada di campagna per avvertire quella sensazione di un tempo, quando i nostri nonni, tornando dalle campagne con le tine piene di uva o di tabacco, intonavano uno dei tipici canti popolani, circondati dalla luce di un sole che dava l’impressione di essere molto più vicino del normale, per il forte calore emanato e per suo il riflesso dorato che dava ancor più luce alle spighe di grano, regalando così (ancora oggi), un tripudio di colori che riscaldano il cuore del fortunato osservatore.
E come dimenticare il forte odore di mosto per le strade, durante la vendemmia, che accarezzava il nostro olfatto spingendo i ricordi a quelle lunghe tavolate, dove si degustava il primo vino dell’anno, accompagnato da pane, pomodoro e cipolla; e la nostra famosa conserva di pomodoro, complice di grandi riunioni familiari, mirate a preparare la salsa in enormi pentoloni per poi essere travasata e consumata durante l’arco dell’anno. Ancora oggi, mentre la domenica si passeggia tranquilli per le strade, si avverte quel forte odore di salsa al pomodoro, accompagnato dalle tipiche polpette, sostituite spesso dai gustosissimi pezzetti di carne.
Il Salento è emozione, il Salento è mare, chi di noi non ha mai trascorso una notte in spiaggia, guardati dalle stelle e illuminati da una grande luna rossa emersa dalle acque, che con lo sbattere lento delle onde sulla soffice sabbia, accompagnavano il suo nascere, riscaldati da un piccolo fuocherello scoppiettante (ormai vietato), meraviglioso sottofondo al dolce rumore del mare. Sensazioni magiche che solo chi ha la fortuna di averle vissute e le vive tutt’ora, potrà comprendere; come la gioia provata nel visitare una masseria, una pajara, o “nu trappitu”, di cui il nostro bel Salento è circondato. E subito il paragone vien semplice: siamo noi a osservare il cielo sopra la nostra testa, con i suoi astri e i suoi colori? O è lui, a guardare il giallo della nostra terra, con tutto ciò che offre, sognando un giorno di raggiungerci per ricongiungersi così alla sua più bella opera d’arte?