Punto di vista – Impressioni di Settembre

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Del calendario giuliano e gregoriano è il nono mese; dell’antico calendario romano è il settimo.
Della letteratura, è l’incipit della poesia dannunziana “I pastori”.
Della musica, è la canzone di Battisti, degli Earth Wind & Fire, dei Fine before you come, di Venditti, di Neil Diamond e così, di tanti altri.
Delle stagioni, è il precursore dell’autunno.
Delle case, è la chiusura delle finestre, l’ora del tè; il segnale d’un riparo.
Dell’istruzione, è la riapertura delle scuole: le serrature si aprono a folle di studenti impigriti (più che mai?), ammorbati dal ricordo di una scuola vissuta, nei mesi scorsi, online e per via telematica e i cui banchi sono diventati gli schermi di un telefono che non permetteva neanche di avvertire la presenza di un compagno – uno di quelli che ti rassicura prima di una “chiacchierata” importante, uno di quelli che non ti fa sentire un figlio unico, che ti sorride al mattino e ti porta con sé. Che divide crackers e paure, istanti e batticuore.
Dell’autunno, è il fermento culturale e sociale di una nuova annata. Perché ogni anno porta sempre con sé qualcosa di speciale: l’amore, l’ispirazione, un progetto, un’idea geniale. È stato così sempre. Finché la pandemia non ha scompaginato le nostre certezze e i nostri sogni.
Sogni di ragazzi, genitori, anziani.
Sogni di nipoti che a un nonno avrebbero voluto dare la soddisfazione di una laurea in presenza, di una nascita, di una cerimonia d’amore.
Delle stazioni, è la ripartenza di treni che avranno nuove storie da raccontare; storie di rincorse, di tenacia, di rimpianti. I nostri sono treni vuoti da mesi, al cospetto di venti che si muovono tra stazioni immobili, quasi statuarie, in cui i fiori che sbucano dalle fessure delle dogane non si sono incontrati quasi mai col ferro di una rotaia.
Di barriere per proteggerci, nemici invisibili e visibili, regressioni, progressioni, promozioni, processioni (mancate). Tutto da rifare, a settembre. Che non ci deluderà, – settembre, ti prego, non deluderci – chiusi in spazi delimitati da hula hop colorati, come bolle di sapone, trasparenti e vicini, senza fiato.
Da tenerci nel cuore e poi per mano, da confidare un segreto nell’orecchio, da amare tutti i prof, i compagni e la tua aula buia.
Settembre è anniversario, siamo tutti lì in una foto.
È un compleanno amato, di quelli che contano l’amore e non gli anni, stessi occhi negli occhi.
Settembre è qui, pronto ad accarezzare le attese. Almeno questo.