Beato chi crede nella giustizia perché verrà giustiziato

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Contrariamente a quanto evidenziato nel titolo, riceviamo e pubblichiamo la lettera che un Avvocato indirizza alla nostra Redazione, a margine delle “diatribe” su Facebook e gli attacchi insulsi e sconsiderati che abbiamo subito in seguito alla pubblicazione di un nostro recente articolo titolato: “Sbatti il mostro in prima pagina: Squinzano come Corleone?” 

374718 GiustiziaCara amica/o, come me vivi pregi e difetti del Bel Paese e come me ti confronti tutti i giorni soprattutto con i difetti. Da amica comprendo e capisco il tuo rammarico, da avvocato consentimi di dirti che l’Italia è il Paese dove ieri se portavi dieci grammi di cannabis eri paragonato al grande spacciatore, l’altro ieri ti dicevano che era per consumo personale e domani invece (forse) sarà legale.

Viviamo in un Paese dove tutto è incerto, persino la legge. Da avvocato sono tenuto a dirti che alla domanda “lei è sicura, avvocato?’” io, almeno io, in cuor mio e sinceramente, sono tenuta a risponderti che di sicuro non c’è nulla. Che se già ieri, di fronte alla certezza del diritto, la giurisprudenza era difforme da situazione a situazione, oggi lo è ancora di più.
Ma sono tenuta anche a dirti che io la giustizia la cerco sempre e comunque, sarà quel che sarà. Io faccio oggi quello che la legge mi consente e so bene che domani le cose potrebbero cambiare, e so bene che posso non ottenere giustizia, ma io la cerco e la chiedo comunque. Uso i soli mezzi (limitati e incerti) che questo Stato mi dà. Ci provo, senza troppe speranze, senza troppe illusioni, correndo anche il rischio non solo di non ottenere ragioni, ma di espormi in prima persona.

Ma quando un cittadino ha la consapevolezza di avere rispetto della legge, della gente, dei sentimenti, della famiglia, del decoro, del lavoro altrui, quando una persona ha la certezza di non aver detto o fatto nulla di sbagliato e di essere, nonostante tutto, incorso nelle ire di qualcuno che, a dispetto di tutto ciò che è lecito o consentito, calunniando, diffamando, insultando e oltrepassando di gran lunga il limite della buona educazione, commette un reato, io nella giustizia ci spero.

Non ci credo molto, ma ci spero. Chiamami illusa, chiamami disperata, dimmi che sogno ad occhi aperti… ma non mi toglierai mai il coraggio e la voglia di lottare per ciò che mi spetta di diritto. La nostra Costituzione ci ha riconosciuto dignità, parità, uguaglianza … e per arrivare a tanto, altri cittadini come noi hanno lottato e hanno sacrificato la loro vita.

Io pretendo il rispetto che devo avere come PERSONA perché mi è stato riconosciuto!! Richiamo ognuno alle loro responsabilità, non mi piego davanti a corruzioni, non mi piago davanti a minacce, non mi piego davanti al borioso di turno che gonfia il petto e cerca di intimidirmi, non mi piego davanti all’alea di una sentenza favorevole o meno. E anche quando non riesco ad ottenere quella giustizia che mi spetta, io continuo a crederci e continuo a dire a chi demorde, a chi vuole abbandonare senza aver tentato: PROVACI!!! Perché nessuno potrà darti mai la certezza di riuscire a far valere le tue ragioni, ma certamente, se non ci avrai mai provato, le tue ragioni non arriveranno mai da nessuna parte, perché nessuno le avrà mai ascoltate.
Urla al mondo il tuo diritto ad essere rispettato, urla al mondo la tua libertà di espressione nel rispetto di quell’educazione dovuta, urla al mondo le ingiustizie subite, i diritti negati, le irregolarità accertate, le collusioni conosciute, le corruzioni tentate, le offese ricevute. Urla, fatti sentire, prima o poi qualcuno ti ascolterà. E se morirai urlando, tra orecchie sorde, quanto meno non porterai con te il rimpianto di non averci provato. Sebbene non sia una consolazione, io preferisco una vita di rimorsi che una morte tra i rimpianti.

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