La “musica dell’avvenire” secondo Ennio Morricone

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Il mondo della musica e della cultura piange il maestro Ennio Morricone, scomparso questa notte. Ricoverato presso una clinica a seguito di una caduta con conseguente rottura del femore, se n’è andato a causa di varie complicanze.  Nato a Roma nel 1928, il Maestro è ricordato come il compositore delle colonne sonore tra le più belle scritte per il cinema, da molti anni amava dirigere la sua musica e i suoi concerti erano un evento straordinario. Personaggio ‘discreto’ quanto la sua musica, ha saputo avvicinare grandi e piccoli alla bellezza dei suoni. Parliamo di un musicista dotato di sicura dottrina e di naturale inventio tanto che è riuscito a distinguersi, utilizzando un’espressione di Luciano Berio, da quelle “anime spente” capaci solo di scrivere musica brutta.

La musica di Morricone si inserisce nel dialogo con altre arti e, più in particolare, con il cinema dedicandosi così a quella, generalmente definita dai più, come “orecchiabile”. Potremmo affermare che la sua è “musica per tutte le orecchie” e non solo per pochi. È una musica nobile e ricorda altresì quella dei grandi del passato tanto che le sue composizioni ‘suonano’ bene accanto a quelle classiche. Le sue opere, nuove e originali, si collocano all’interno della grande tradizione abbracciando stilemi aleatori, seriali, tonali e modali senza mai trascurare la grande attenzione per il colore vocale e orchestrale.

Formatosi al Conservatorio di Santa Cecilia alla scuola di Goffredo Petrassi, diventa ben presto un importante punto di riferimento sia per la musica contemporanea (farà parte del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza), oltre che autore e arrangiatore di famosi successi anche nel mondo della canzone come Se telefonando interpretata da Mina. Per alcuni aspetti il programma del compositore romano si avvicina a quello di Wagner. Ricordando il titolo di uno scritto di quest’ultimo, L’Opera d’arte dell’avvenire (Das Kunstwerk der Zukunft), non è difficile comprendere alcuni aspetti dell’arte di Morricone. Se l’incontro tra musica e poesia per il compositore tedesco si realizza nel dramma, per il Nostro si realizza nel cinema.

Consapevoli del grande lascito del Maestro, spetta ora ai giovani continuare la strada da lui indicata e a chi ancora si interroga su come dovrebbe essere la musica per film cito un suo passo: «L’errore di molti illustri compositori, perché di errore si tratta, è stato quello di giudicare la musica per film con i parametri della musica assoluta. La musica del cinema avrà certamente in futuro un valore storico, ma lo avrà rispetto al proprio tempo e relativamente alla propria collocazione, senza paragoni con la musica classica, che sono improponibili e fuorvianti. Rispetto al proprio tempo, la musica per film ha invece un valore rilevante, perché ne assume le influenze, le febbri, le distorsioni e le mode, che sono le influenze, le febbri, le distorsioni e le mode in cui si identifica lo spettatore» (Ennio Morricone, Comporre per il cinema: Un manifesto).

Sicuri che Morricone continuerà a comporre, predisponiamoci all’ascolto con la consapevolezza che ora la sua musica è possibile rintracciarla tra quella mundana e humana e che solo chi possiede vera armonia potrà percepirla.

Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

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