Videocamere negli asili nido? E perché no?

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Recentissima è la questione legata all’istallazione di apparecchiature di videosorveglianza negli asili nido, sollevata da Andrea Guido in consiglio comunale, con esiti, tuttavia negativi. Si tratta di un argomento relativamente attuale, dove, comunque, già in alcune regioni d’Italia è problematica positivamente risolta, soprattutto in Lombardia. Tutto lascia pensare che la pratica di sicurezza presto sarà realtà in tutto il Paese: è solamente una questione di tempo! E questo perché si tratta di un tema che rientra nelle dinamiche più ampie e significative legate allo sviluppo della nostra società. Una società, la nostra, infatti, complessa e molto delicata, dove a livello individuale si richiedono gradi molto alti di self-control, e nella quale occorre evitare con tutti i mezzi, che le varie circostanze in ambienti sensibili sfuggano di mano.

L’istallazione di apparecchiature di videosorveglianza negli asili nido, in tale prospettiva non è assolutamente un atto di sfiducia nei confronti degli operatori del settore, ma si tratta di un provvedimento che va preso per dissuadere ed ovviare a situazioni eccezionali e pericolose per l’incolumità fisica degli infanti.

Come accennato, il problema è stato posto ieri in consiglio comunale, peraltro in linea col disegno di legge n.2574, rigettato dalla sinistra nel 2017. E anche a Lecce le sorti non sono state dissimili. La giunta Salvemini, anche qui ha respinto la proposta di Andrea Guido, assumendo posizioni conservatrici e giustificate dall’assenza di fondi disponibili per la sua realizzazione. Scendendo più nel tecnico, la proposta del consigliere Guido prevede l’istallazione di videocamere in tutti gli ambienti degli asili nido della provincia, da finanziarsi attraverso sgravi fiscali. Attualmente, la legislazione prevede che tali provvedimenti possano essere presi solo dietro denuncia di un cittadino. Una legislazione inadeguata perché poco efficace, soprattutto oggi, che si abbisogna di un monitoraggio continuo a seguito di una società altamente instabile.

Come facilmente si potrà capire, si tratta di un argomento impellente, rispetto al quale occorre una sensibilità moderna ed andare oltre gli steccati locali. In tale direzione, si è giunti alla conclusione che occorra stilare un nuovo disegno di legge che consegneremo nelle mani dell’on. Barbara Lezzi, che sa valorizzare le risorse e le idee del Sud per la soluzione di questioni nazionali e di rimando anche locali.

Monica Faggiano e Stefano Netti