Cani randagi

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Cani randagi

Che succede se per caso una vecchia audiocassetta salta fuori dal fondo di un comodino? Come una scatola del tempo il nastro custodisce le vicende di un uomo ormai vecchio che con pudore e semplicità ripercorre a ritroso una vita irrimediabilmente segnata da quei sentimenti e da quei turbamenti reconditi più cari e sofferti della sua gioventù.

La sua storia appartiene a un mondo lontano e per certi versi ormai incomprensibile per il giornalista che distrattamente ascolta e registra. A sua volta egli è preda della disperazione che lo assilla; la vita infatti sembra volergli strappare l’unica possibilità di essere felice. Amore, amicizia, angoscia e rassegnazione si affastellano nelle parole del vecchio così come amore, passione, speranza e disperazione tormentano e alimentano i pensieri dell’altro. Entrambi hanno accolto l’amore nella loro vita, consapevoli di provare un sentimento da molti ritenuto riprovevole, ma ciononostante vissuto fino in fondo.

E oggi? Si può oggi essere liberi di vivere i propri sentimenti? L’amore fa ancora paura perché rende vulnerabili. Allora è preferibile distaccarsene e negarlo avvalendosi della ragione. Meglio accontentarsi di vivere fugaci avventure che lasciano il tempo che trovano.

Di questo cerca di convincersi il ragazzo che, un po’ come un messaggio rinchiuso in una bottiglia, ascolta oggi le parole del vecchio. Forse però le diverse esperienze dei due uomini che lo hanno preceduto lo aiuteranno ad abbandonarsi finalmente all’irrazionalità dell’amore.

Vincitore del premio “La Giara”, Roberto Paterlini tratta in questo romanzo la condizione degli omosessuali riferita ai tre diversi periodi in cui le storie dei protagonisti sono ambientate. Un efficace intreccio narrativo, accompagnato da una scrittura fluente, descrittiva e a tratti anche disinibita, cattura il lettore che si sente da subito partecipe delle vicissitudini dei protagonisti.

C’è la storia di Luigi, che ambientata nel lontano ’39 fascista, pone l’accento sulle discriminazioni di cui fu vittima in una società in cui il concetto stesso di omosessualità non era minimamente ammissibile. Si passa poi alla storia di Francesco che, collocata in pieni anni ’80, si sofferma sul dramma dell’AIDS, malattia che in molti casi contribuì a consolidare i pregiudizi di una società che timidamente prendeva coscienza della questione omosessuale. Con la terza storia si giunge, infine, ai giorni nostri dove ormai la libertà sessuale è un dato di fatto.

Argomento principale di quest’ultima parte del romanzo è il mal di vivere di Giacomo. La sua presunta incapacità d’amare, che di volta in volta sostiene lanciandosi in iperboliche argomentazioni, lo logora in un’intima sofferenza di cui alcune volte sembra compiacersi.

Ben strutturato, a nostro avviso, il romanzo è più trascinante nella prima parte, un po’ meno nella seconda.

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