In Italia? Populismo a buon mercato!

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Bisognava pensarci prima! Oggi, ogni italiano ha sulla sua testa un debito di circa 40.000 euro. In altre parole e per capirci bene, una famiglia di tre persone in Italia ha un debito –contratto dallo Stato – di circa 120.000 euro, di cui circa 50.000 verso banche francesi e tedesche. In tale condizione è ipotizzabile che il popolo italiano, dopo esser vissuto spendendo più di quanto produce, possa decidere autonomamente, magari con l’intenzione di eludere quanto deve?

Nel più profondo silenzio-assenso, il popolo italiano, nell’ultimo triennio, ha maturato un debito aggiuntivo di circa 340 miliardi di euro. Qualcuno dovrà pagare per tutti gli incarichi brillanti, le pensioni d’oro, le auto blu, la sanità, che nell’ultimo ventennio è stata un’idrovora di soldi, basando tutto sulla paura della gente, fondi milionari ad associazioni di Cortina d’Ampezzo, la cultura del posto Statale, per non lavorare, gli sfarzi dei parlamentari. Insomma sperperi di tutti i generi.

Qualcuno dovrà pagare se la politica, invece di centrare il suo incedere sulla cultura del lavoro, ha preferito la strada facile della cultura dell’assistenza. Ed intanto il debito s’ingrossa e i banchieri vogliono garanzie, controllano e dirigono, dal momento che viviamo con i loro soldi.

E si insiste, oggi, col populismo a buon mercato, sfruttando le debolezze del popolo, dopo che per decenni ci siamo nascosti dietro le teorie keinesiane, per giustificare il facile ed illusorio arricchimento, peraltro assecondandole ai nostri piaceri. Va ricordato, infatti, che Keynes prevedeva l’incremento della Spesa Pubblica solo in caso di crisi. Ma in Italia, dal 1973 questa, la Spesa Pubblica, ha preso a crescere senza mai arrestarsi. Chi ha permesso tutto ciò? Chi ha beneficiato di tutto ciò? Dov’era il popolo italiano quando si spendeva e si spandeva?

Oggi, il governo giallo-verde non si fa! Non ne abbiamo il potere. Non siamo autonomi, perché non siamo stati responsabili, come i greci, che poi sono venuti a più miti consigli, avendo pure loro sperperato il danaro pubblico.

Su tutto ciò il popolo italiano deve profondamente riflettere, prima di farsi incantare dal politico di turno. Il popolo italiano deve imparare ad essere efficiente, a non sperperare. E ciò vale soprattutto per la upper class, che pare completamente involuta, famelica, simile a quella di un paese emergente.