Giliberti o Salvemini: ora il dubbio è sugli assessori

1
325
Amministrative 2017, Lecce, Centro Destra, Centro Sinistra
Mauro Giliberti e Carlo Salvemini (Foto Nuovo Quotidiano di Puglia)

Lecce – Il nodo è arrivato al pettine. Al di là delle promesse e di ogni “visione” (espressione abusata ormai fino allo sfinimento) avanzate dai candidati sindaci di Lecce nella recente campagna elettorale, i concorrenti rimasti in gara, a pochi giorni dal ballottaggio, hanno dovuto chiarire dubbi che già avevamo posto riguardo alla loro eventuale amministrazione di Palazzo Carafa. Mauro Giliberti contro Carlo Salvemini. Domenica prossima. Centrodestra contro centrosinistra. Il cronista contro l’imprenditore. Il debuttante e il consumato consigliere comunale d’opposizione. L’uno predica il cambiamento, rispetto a chi però lo ha calato sulla scena politica; l’altro, pur di vincere lo spareggio, ha promesso la poltrona di vicesindaco a uno dei candidati ormai fuori gioco.

Oggi pomeriggio il confronto pubblico tra il giovanotto dalla faccia pulita e il comunista. Alle Officine Cantelmo, luogo simbolo di Alessandro Delli Noci, cioè di colui che diverrebbe il vice di Salvemini. Moderatori: Claudio Scamardella e Vincenzo Maruccio, rispettivamente direttore e caposervizio della cronaca leccese del Nuovo Quotidiano di Puglia, testata che ha organizzato l’incontro.

Sala stracolma di gente, così come fu il primo confronto tra i sei aspiranti sindaci, a febbraio, al Castello Carlo V, tanto che, come allora, ci si è chiesti se non vi fossero luoghi più confortevoli per accogliere cotanto uditorio. Clima incandescente, talvolta degno di uno stadio. I moderatori di tanto in tanto invitano il pubblico a chetarsi. Urla da “mendulari”. Temi triti e ritriti della campagna elettorale. Povertà, sicurezza, trasporti, città universitaria. Il pubblico seduto segue il dibattito come se non avesse mai udito le proposte dei duellanti. Chi è rimasto fuori dalla sala prova ad ascoltare, ma presto si ritrova a conversare d’altro. E non si gusta la narrazione del retroscena propinata da Giliberti, cioè le scuse che alcuni elettori di centrodestra incontrati da lui al mercato gli avrebbero porto per non averlo votato. Scuse accompagnate, stando al racconto del cronista prestato alla politica, dal rammarico di essersi fatti abbindolare da Delli Noci, rivelatosi candidato in combutta con Salvemini.

Pur essendo escluso dalla partita, Delli Noci è assai presente nei pensieri dei duellanti. Salvemini precisa che l’accordo con l’ex assessore si fonderà su quattro punti che quest’ultimo gli ha proposto. E cioè: legalità, partecipazione, trasparenza e innovazione. Fioccano le proposte. Ma finalmente arriva il nodo che attendevamo. Con chi gli aspiranti sindaci di Lecce tradurranno le belle intenzioni in fatti? La rassicurazione di Giliberti:«La squadra, se vinco io, la faccio io». Il che vale come un messaggio a chi cercherà di mettergli i piedi in testa. Cioè a coloro che l’hanno scelto come candidato sindaco del centrodestra. Lui, convinto di potersi muovere liberamente, informa che comporrà la giunta in conseguenza di valutazioni politiche, meritocratiche, inerenti a competenza e a lealtà. Invece Salvemini annuncia che si avvarrà di «contributi esterni al Consiglio comunale». Assorbiti ormai i programmi elettorali, quel che ora conta è sapere quali facce, oltre a quella del sindaco, i leccesi rischiano di sorbirsi per cinque anni.