Visti da vicino: Rossella Maggio

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Rossella MaggioNota a Lecce e provincia, sebbene il suo nome circoli anche a Roma e a Milano, Rossella Maggio ha arricchito, in maniera importante, lo scenario culturale leccese nell’ultimo lustro. Pubblica dal 2013, infatti, e da allora, ogni anno, offre ai suoi lettori e al suo pubblico un nuovo prodotto del suo genio, spaziando tra narrativa e poesia.

La conosco sin dai suoi esordi e l’ho incontrata per la prima volta al Salotto Samà di Lecce. Riservata, raccolta, parla a bassa voce, sibilando sovente argomenti di spessore. Ci siamo incrociati varie volte in convivi e simposi letterari, qui nel leccese, e sempre l’ha caratterizzata un aspetto austero, accompagnato da un dire di qualità. Non è facile avere a che fare con Rossella, almeno per me, ma si tratta di un personaggio capace di tenere testa sia al grande pubblico sia nelle relazioni più strette in condizioni avverse. La sua forza? Un intuito spiccato e un’aderenza alla realtà condita di grande cultura. Forte è la tensione alla coerenza.

Anche con lei, prima di inserirla in questa rubrica – Visti da vicino – il solito caffè per conoscerla più nel dettaglio, per respirare le atmosfere più intime di cui si circonda. E tra un argomento e l’altro balza subito evidente la sua capacità di cogliere, anche nelle sfumature più sottili, le luci e le ombre dello scenario culturale leccese, e non solo. Con lucidità, senza orpelli, con rare doti di sintesi arriva sempre all’essenziale, all’essenza, almeno quella dal suo punto di vista. In tale direzione, il suo modo di vedere la vita non ha solo basi letterarie, ma anche scientifiche e spirituali, pur mancando di ingredienti religiosi. E per questo pone al centro dell’esistenza l’uomo e le sue determinazioni, dove la volontà ha un ruolo decisivo.

Ecco, Rossella Maggio è una persona acuta, arguta e concreto come il suo ultimo racconto: Fata del cuore mio, mancante a tratti di una visione ideale dell’esistenza. Qui i poteri della bellezza e dell’intelletto si scontrano, si incontrano, si amano, senza remore, senza una regola, con un ideale individuale che li permea. Mi pare che Rossella, che inevitabilmente qui si rivela, sia il prodotto del suo tempo. Un tempo dove non si intravedono ulteriori spazi di sviluppo per l’uomo, braccato nel contingente e un arrivismo fine a se stesso, anche se Rossella fa intravedere   bene una speranza. Bauman, prevede una regressione a questo stato di cose, ma di certo nessuno riesce ad intercettare quali saranno gli orizzonti che si pongono da qui a vent’anni. E Rossella, in tutto questo, fa muovere i suoi personaggi in scenari classici, dove il sesso e il successo la fanno da padroni, pur rimanendo perdenti.

Duro e concreto il suo romanzo, ma al di là del quale nessuno riesce a vedere oltre. Rossella, dunque, l’apice della nostra cultura, l’espressione di un limite invalicabile? Anche gli intellettuali più sognatori ed idealisti oggi brancolano nel buio, dove spiccano le realtà e le dinamiche dei personaggi di Rossella.

C’è chi afferma che Rossella sia la vera novità nello scenario della cultura del capoluogo salentino. Probabilmente, sì! È lei che ha, più di tutti, illustrato la società odierna, nella quale viviamo, nella quale ci confrontiamo e spesso non troviamo un significato solido, che lei offre.

Sicuramente Rossella Maggio non è comparsa negli spazi culturali leccesi per caso. E anche se pubblica da appena qualche anno, è il prodotto della nostra società, che meglio di ogni altro ha saputo esprimere le valenze del mondo nel quale ci troviamo. Una scrittrice dunque, che, sebbene tagliente, sconcertante, mette a nudo certe dinamiche sociali, di cui non si può non tenere di conto, e che non si può non leggere. Anzi, i suoi scritti, si pongono nel percorso esistenziale, come tappa obbligata, per accedere a dimensioni altre, se la sorte ce lo concede.