VIS a VIS con Giovanni Impastato

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Scegliere la Legalità o contrapporsi ad essa. Non c’è una via di mezzo.

Nel primo caso significa essere consapevoli di dover rinunciare a chiedere favori, aiuti, raccomandazioni al politico potente di turno o al mafiosetto locale; favori, aiuti e raccomandazioni che avvantaggiano te e penalizzano altri che ne avrebbero avuto diritto e bisogno.

Certi sistemi sono figli di una cultura mafiosa, perché la Mafia non concepisce i Diritti, ma pratica l’abuso, l’arroganza, anche con la violenza. Entra, con i suoi uomini, nelle Istituzioni e stravolge le dinamiche della trasparenza degli atti amministrativi. Impone, con la forza, le sue scelte affaristiche. Prima vengono i suoi interessi e quello di chi ne approva le gesta, nei Piani urbanistici, nelle lottizzazioni edilizie, nelle gestioni del demanio pubblico.

La Mafia entra nella pubblica amministrazione come impresa che si accaparra gli appalti dei lavori pubblici e della gestione dei servizi pubblici corrompendo gli appaltatori.
La Mafia è illegalità e anti Stato.

Stare dalla parte della Legalità e della Legge non è facile laddove la cultura dei favori e delle raccomandazioni al posto dei diritti è cultura dominante.

È un reato l’umana solidarietà? Si ripropone qui l’antico dilemma tra leggi dei codici e leggi della coscienza.
Ripeto, bisogna stare sempre dalla parte della legalità, ma anche chiedersi se certe leggi non contraddicano la vocazione liberale e inclusiva della democrazia.