Lecce-Benevento: le pagelle. Gioia Papo, Salvi in cattedra

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PapiniLecce – Un Lecce tutto cuore e sudore conquista la vittoria contro il Benevento dopo una prestazione importante e ancor più straordinaria viste le assenze che caratterizzavano l’undici di Bollini, orfano di quattro elementi vitali come Mannini, Lepore, Di Chiara e Moscardelli. L’allenatore di Poggio Rusco passa al 3-5-2 e non dà riferimenti al Benevento, bravo comunque a tenere lontani Gustavo e Doumbia dai sedici metri difensivi, costringendo i salentini al tiro da fuori. La vittoria è poi arrivata su palla inattiva grazie a Romeo Papini, irriducibile nel rompere la marcatura in area prima di schiacciare la sfera in gol.

Scuffia 6: Rimpiazza Caglioni nel migliore dei modi, dando sicurezza alla difesa già nelle prime uscite alte. Risponde con vigore nel cuore dell’area sbarrando la porta ad Eusepi, ma per poco non macchia la sua partita con un’uscita avventata su Marotta.

Beduschi 7: La difesa a cinque in fase di non possesso lo aiuta a svolgere meglio i suoi compiti, in più si sgancia spesso in discese prorompenti sull’out destro. Un acquisto importante, arrivato in sordina per collezionare prestazioni sempre positive.

Vinetot 6,5: Rischia di condire la sua partita con un gol già dopo pochi minuti, ma Pane è abile a negargli la gioia della rete. In zona difensiva risponde a tono sia alla velocità di Mazzeo sia al killer-instict di Eusepi. In continua ascesa.

Abruzzese 6: Torna a comandare la difesa giallorossa in un match importante come quello di oggi e lo fa con successo. Salvo l’errore condiviso con Scuffia al 94’, il Lecce non ha mai rischiato nulla sulle palle alte.

Diniz 6,5: Sbroglia tante situazioni difensive che sembrano scolastiche ma che non lo sono nell’esecuzione, riuscita soltanto grazie ad un’intelligenza tattica esponenziale che gli consente il miglior posizionamento. Costruisce anche bene, dando l’appoggio migliore ai compagni della mediana.

Lopez 5,5: La nota stonata della bella vittoria è lui, ancora non preciso quando si tratta di mettere dentro palloni interessanti in area. Incamera un duro duello con Celjak, sfida senza esclusione di colpi, e ne esce vincitore in più occasioni. Si danna sempre l’anima per la causa, ma per lui ciò non basta.

Salvi 7: Se si dovesse descrivere lo spirito messo in campo dal Lecce di oggi, la risposta porterebbe il racconto della sua prestazione, maiuscola per numeri, per sicurezza e per vigore quando c’era da far sentire i tacchetti all’avversario. Ha una marcia in più rispetto ai compagni, e lo dimostra coprendo benissimo le zone di competenza e catalizzando tante azioni palla al piede.

(44′ st Sacilotto SV)

PapiniPapini 7: Quando decidi una partita così dove nessuno non avrebbe scommesso un euro sulla vittoria, la copertina è d’obbligo. Sblocca la partita sul versante giallorosso nell’unico modo possibile, quello dell’inserimento perfetto su calcio piazzato. L’inzuccata che batte Pane è comunque il coronamento di un match dove fa capire quanto la mediana sia meno efficace senza la sua regia nello stesso tempo sapiente ed “ignorante” quando si tratta di mostrare i muscoli all’avversario. 

Bogliacino 6,5: Con Miccoli e Moscardelli assenti è toccato a lui il ruolo della guida in campo. Gestisce tanti palloni e lo fa bene, schierandosi nella posizione di mezzala sinistra dell’inedito centrocampo a cinque odierno, ruolo che l’uruguaiano occupava a Napoli. È il primo a cercare il tiro da fuori al 15’, ma i suoi assist, prodotti in ottima quantità, non trovano il terminale giusto quando si tratta di scaraventare dentro il pallone. Delizioso quando serve, di tacco nel cuore dell’area, a Doumbia un pallone d’oro.

(19′ st Herrera 6,5: Ha il merito di apporre la propria firma in uscita sul pallone destinato alla testa di Papini in occasione del gol. Rileva lo stanco Bogliacino con successo, facendo bene e con velocità il lavoro visto il tallone d’Achille dello schieramento di Brini identificabile nella zona tra la linea di difesa e quella di centrocampo.)

Doumbia 6: Crea tanto, fa allungare la squadra in un ruolo che non è quello suo. Manca, forse colpevolmente, il guizzo del gol, sfiorato solamente in più di un’occasione ghiotta. Nonostante le delusioni sottoporta, è importantissimo nell’economia del gioco proposto oggi da Bollini.

Gustavo 6: Incappa qualche volta nell’errore di tenere troppo la palla tra i piedi, ma anche lui impegna severamente in più occasioni il quartetto difensivo degli Stregoni. Manca l’appuntamento con delle nitide occasioni da rete per la bravura della retroguardia, ma oggi non era una partita dalle mille occasioni. Tanta corsa e immenso sacrificio.

(41′ st Embalo SV)

All. Bollini 7,5: Fare bene con questo schieramento, contro una squadra tosta come il Benevento, è un’impresa che premia il lavoro del suo Lecce, compatto nel non sfaldarsi dopo le squalifiche comminate prima di una partita abbastanza proibitiva come quella di oggi, importante per rimanere in corsa play-off. Vince la scommessa del 3-5-2, badando poco al sodo vista la prevalenza dell’applicazione di una sommaria difesa a cinque per tenere a bada Alfageme e Campagnacci, esterni dalla totale vocazione offensiva. La partita l’ha vinta soprattutto lui.

Gli avversari: Benevento

Pane 5

Celjak 6

Lucioni 5,5

Scognamiglio 6

Som 6

Alfageme 5,5

(24′ st Pezzi 6 )

Vitiello 5,5

D’Agostino 6

(33′ st Marotta 6,5 )

Campagnacci 5

(29′ st Padella 6 )

Eusepi 6

Mazzeo 5,5

All. Brini 5,5