Lecce, verso la riorganizzazione politica?

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Lecce – Palazzo Carafa

Teoricamente il governo Salvemini dovrebbe restare in carica per altri quattro anni circa, ma l’asse Delli Noci – Finamore – Salvemini, sul quale si fonda la stabilità della giunta, quanto reggerà? Molte saranno le tensioni che questo dovrà superare, facendo appello alle ragioni della ragione. Le dribblerà tutte per arrivare a fine mandato integro? Certamente, ci sono delle intese forti alla base, degli interessi che vanno dal capoluogo salentino sino a Roma ed oltre, ma sotto il profilo culturale le divergenze sono molte. Il pragmatismo di Delli Noci e di Finamore, imbevuto delle prassi della destra della Seconda Repubblica, fino a che punto riusciranno a combinarsi con gli idealismi di Salvemini, sebbene mitigati dalle logiche dell’inciucio?

Intanto, c’è chi sta già affilando le armi per un prossimo confronto elettorale, che nelle previsioni di molti si aprirà nel primo semestre del 2019.

Al riguardo, la sinistra partitocratrica non mostra segni di particolare rilievo nella direzione indicata, anche perché risente della più ampia crisi a livello nazionale, la quale è prevedibile che si risolva in tempi molto lunghi: mancano formule e contenuti. Ma anche la destra partitocratrica leccese sembra incatenata in giochi da Seconda Repubblica, dove prevale il fast food politico. Nessuna delle due fazioni riesce ad intercettare nuove soluzioni capaci di contrastare l’avanzata del pentastellati e della Lega, soprattutto, mentre nel frattempo, perdono consensi.

Non così per Gaetano Messuti, lo stesso Delli Noci ed, entro certi limiti, per Luca Russo. Tutti e tre hanno messo in moto movimenti di ascolto della cittadinanza, per farsi portavoce dell’opinione pubblica. Un modo di fare politica nuovo e al passo con i tempi, capace di consentirgli di confrontarsi positivamente con i principali movimenti populisti al Governo nazionale, che nel leccese fanno sentire forte il loro peso. Fra i tre spicca Gaetano Messuti che, nel suo “caos organizzato”, come lui ama definire Sentire Civico, pare essere quello più strutturato. Certamente, è solo all’inizio del suo percorso politco-organizzativo e tanto ha da fare. Ad un passo da lui Coscienza Civica, di Delli Noci e Movimento in Libertà di Luca Russo, che pare stiano registrando una progressione importante.

Secondo Carlo Salvemini questo nuovo modo di fare politica deve interagire con la partitocrazia e trovarsi in un’azione comune. Ma quanto reggerà la partitocrazia in Italia e a Lecce?

In tutto questo, un discorso a parte merita la Lega, che a Lecce gode solo del consenso di protesta, senza un reale aggancio con la cittadinanza. Se a destra e a sinistra vi è un movimento riorganizzativo, la cordata di Marti, con Finamore e compagni, non pare aver trovato un modo per adeguarsi al nuovo e gioca di rimando sul dissenso popolare indifferenziato, sul consenso “invisibile”. Ed ancora sul consenso “invisibile” si appoggiano i Pentastellati. Moltissimi quelli che hanno votato all’ultima tornata elettorale Movimento 5 Stelle e Lega, ma sono sconosciuti a tutti e soprattutto agli stessi eletti di questi movimenti. Un movimento umorale, dunque, che, come è arrivato così se ne va, perché non coagulato in un discorso per lo più organico e dotato di una certa coerenza. Impossibile, peraltro, pare il riaggancio tra eletti ed elettori.

Ma di tutto ciò cosa pensa l’alta borghesia leccese, le grandi famiglie del capoluogo salentino? Come vivono questo passaggio politico? Quali sono i loro progetti per il prossimo decennio? Quali le loro strategie?