La persistenza della memoria

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“Per natura gli animali sono dotati di sensibilità, da cui in alcuni nasce la memoria, in altri no. Perciò i primi sono più intelligenti e più capaci di imparare, rispetto a quelli che non sanno ricordare.” (Aristotele – Metafisica LIBRO PRIMO)


È  il 27 gennaio 1945 i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz vengono abbattuti e i prigionieri sopravvissuti sono liberati dalle truppe sovietiche. La data, diventata il simbolo della fine del genocidio delle minoranze per mano del regime nazista, ha dato vita alla Giornata delle Memoria. Già l’incipit della Metafisica di Aristotele preme su uno dei fattori più importanti e che illumina uno dei tanti accidenti dell’essere umano in sé.

Non possiamo esimerci dal ricordare: la volontaria noncuranza della memoria si potrebbe equiparare all’abbandono del proprio “habitat”, al venir meno della propria natura, ad una regressione morale cieca di fronte alla storia biologico/evolutiva. Le diramazioni che potrebbe prendere questo tema, quindi, vertono essenzialmente su due fattori: quello personale e quello umano.

Se da una parte l’essere umano è libero di elaborare determinate informazioni e scartarne altre per il proprio benessere psichico, non lo è quando in gioco entra l’enorme individuo che è l’uomo. Tutti devono essere educati ad una memoria storica, priva di contaminazioni ed idealizzazioni, lontana dalla solita solfa che ci propina l’educazione ministeriale e che possa scavare come un coltello nei di buchi neri della storia.

Per poter far ricredere chi ancora oggi nega tutti gli orrori perpetrati durante la Seconda Guerra Mondiale e non solo, ci viene in aiuto ancora una volta un passo del filosofo Stagirita, la memoria non sarebbe niente senza l’uso ausiliario di un senso in particolare: la vista: “Il motivo è che, mostrando la molteplicità delle differenze, la vista fa acquisire più delle altre sensazioni nuove conoscenze.”

Migliaia sono i documenti scomparsi che avrebbero potuto testimoniare le atrocità di cui si macchiò il regime nazista a discapito, non solo degli ebrei, ma di tante altre minoranze.

Samudaripen (o Porrajmos) è il termine con cui viene indicato lo sterminio dei popoli romanì documentato da due docenti dell’Università di Padova nel testo Il Porrajmos in Italia – La persecuzione di rom e sinti durante il fascismo.

Si parla di Omocausto per la persecuzione degli omosessuali  e Massimo Consoli saggista italiano e autore di un libro chiamato “Homocaust”(1991) racconta questa follia impunita ai danni dei triangoli rosa; Aktion T4 (T4 è l’abbreviazione di “Tiergartenstrassen 4” via e numero civico di Berlino del quartier generale dell’ente pubblico per la salute e l’assistenza sociale) è il nome con cui si designa il programma nazista di eutanasia che prevedeva la soppressione di persone affette da malattie genetiche inguaribili e da portatori di handicap, delle cosiddette vite indegne di essere vissute. Marco Paolini è autore prima dello spettacolo teatrale Ausmerzen e poi del libro edito da Einaudi Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute.

Tra letteratura e cinema ognuna di esse presenta una storia, una pagina, una pellicola a testimoniare le brutalità subìte sugli uomini. L’Olocausto, quindi, non solo come Shoah.

Questa è raccontata, infine, in una delle più grandi opere memorialistiche del XX Secolo: Se questo è un uomo di Primo Levi, scritta tra il gennaio ’45 e il dicembre ’47 e rappresenta la coinvolgente testimonianza di quanto vissuto dall’autore nel campo di concentramento di Buna-Monowitz. Già alcuni dei versi introduttivi dell’opera, ispirati ad un’antica preghiera ne spiegano il titolo: “Considerate se questo è un uomo. Che lavora nel fango. Che non conosce pace. Che lotta per mezzo pane. Che muore per un sì o per un no”

Alcuni passi dell’opera hanno ispirato il titolo del film La vita è bella, diretto ed interpretato da Roberto Benigni e vincitore di tre premi Oscar.

Ancora, la storia di Oskar Schindler ha consacrato definitivamente Steven Spielberg come regista, infatti nel 1997 esce nelle sale Schindler’s List considerato uno dei migliori film della storia del cinema.

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.”