Il “canto” della cornamusa… fa Natale

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Ad introdurci nel clima natalizio i pifferai, con le loro cornamuse, figure che riportano indietro nel tempo, basti pensare alla loro celebre descrizione a cura di Stendhal nelle Passeggiate romane.

Pur in tempo di restrizioni e di preoccupazioni, in particolare per la situazione pandemica, ci stiamo avvicinando con gioia al mistero del Natale. Nell’attesa della nascita di Gesù, continuiamo ad interrogarci sul significato che essa ha ancora oggi per tutti noi e la stessa storia del Natale seguita ad affascinare grandi e piccoli.

Particolarmente curiosa è la Novena cantata dai pifferari e accompagnata dalla loro Cornamusa che si suol sentire a Roma avanti le Feste del Santo Natale composta da Ludwig Landsberg, un musicista del XIX secolo originario di Breslavia, citato tra i maestri compositori e soci onorari della prestigiosa Congregazione ed Accademia di Santa Cecilia.

Di seguito il racconto attraverso il succedersi delle strofe:

  1. Tu Vergine e figlia di Sant’Anna che in ventre tu portasti il buon Gesù!
  2. E ‘l partoristi sotto capannella dove mangiava il bue e l’asinella.
  3. Gli angeli chiamavan: Venite Santi! Nato è Gesù bambin alla capanna.
  4. E San Giuseppe e Sant’Anastasia si trovarono al parto di Maria.
  5. Venite tutti quanti voi pastori, venite a visitar Nostro Signor.
  6. La notte di Natale è tempo Santo Al Padre e al Figliolo e allo Spirto Santo.
  7. Quest’orazione che abbiam cantata a Gesù bambino è rappresentata.

Scorrendo lo spartito musicale per canto e pianoforte caratterizzato dalla tonalità di La bemolle maggiore e il tipico tempo in 6/8 delle melodie pastorali, il musicista presenta la “classica” composizione natalizia che trova il suo naturale sviluppo in un Allegretto dalla struttura strofica. Interessante sottolineare la reiterazione della semplice melodia, tranne per la presenza di un intervallo di quarta, che si muove sempre per grado congiunto e che si erge sopra la nota di Mi bemolle posta nella parte grave del pianoforte che, in questo contesto, rappresenta la nota bordone della cornamusa.

Dopo l’introduzione di 10 battute, ove si anticipano le prime quattro della melodia da parte del pianoforte, segue l’ingresso del canto, ora un’ottava sopra che intona la prima strofa. Un altro intervento (17 battute) dello strumento a tastiera, nel concludere, rimanda tutte le volte al segno alla ripresa da capo (saltando l’introduzione) con le altre strofe. La breve composizione termina con un ampio Adagio di 26 battute (2/4-3/4-2/4) affidato al solo strumento, riportandoci ancora una volta alla semplicità ed essenzialità dello stesso Natale.

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