Cronaca di un viaggio in littorina

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In un’estate in cui si è detto di tutto e il contrario di tutto, in cui si sono rincorsi dati e statistiche in merito a una stagione turistica che non si capisce ancora quanto sia stata esaltante o, al contrario, deludente, ha un non so che di retoricamente consolante la constatazione che esistono cose che sembrano destinate a rimanere immutate – o quasi – di fronte allo scorrere inesorabile del tempo e alle insidie della modernità. Ed è un fatto che, mentre in altre zone d’Italia e persino nel capoluogo pugliese si elettrificano le linee ferroviarie, nel Salento si continua a procedere a passo di lumaca –50 km orari, equivalente alla velocità massima di un’Ape Car! – con la conseguenza che i turisti che si avventurano nel nostro territorio verso le località marine si ritrovano a affrontare tragitti che sulla carta sembrerebbero brevi, ma per i quali nella realtà si impiegano tempi biblici e che hanno più il sapore di viaggi avventura in mezzo alla natura selvaggia che di un semplice spostamento da un luogo all’altro.

Ecco il racconto di un’ordinaria mattinata trascorsa a bordo di una delle mitiche vettorine anni ’70 a tutt’oggi in stato di onorato servizio.

Biglietteria FSE“Un biglietto per Gallipoli e uno per la navetta Gallipoli-Baia Verde”. Il solerte impiegato ci impiega qualche minuto per stampare i due biglietti. Costo totale 5 euro e 30. Si può fare. La partenza è prevista per le ore 9.19. Il treno arriverà puntuale? Lo scopriremo da qui a poco. L’appuntamento è al binario 5. Difficile capire se il treno farà ritardo o meno, vista l’assenza di un display. Ma ciò che più salta agli occhi è l’assenza di una macchina obliteratrice. In che modo potrò obliterare il biglietto? A svelare il mistero è l’impiegato FSE in attesa di salire sul treno in arrivo per dare il cambio al collega, il quale provvede egli stesso all’operazione – obliteration man -, facendomi pure presente che il biglietto Lecce-Gallipoli è valido anche per la tratta Gallipoli-Baia Verde e che pertanto non era necessario acquistare il secondo biglietto. Accipicchia!

Ad attendere il treno una piccola folla composta perlopiù da giovani turisti faidate provenienti da varie parti d’Italia e da un gruppo di extracomunitari. I ragazzi sono stanchi e circondati da trolley. Il treno è in ritardo. Serpeggia il malumore. “Ho sentito che su questi tremi non c’è aria condizionata”, sbotta uno di loro. “Oh no!!!” risponde l’amico. Dentro di me mi auguro vivamente che si sbaglino. Comincia a far caldo qua fuori. Da lontano si comincia a scorgere qualcosa. E’ una piccola vettura color verdastro scuro.

Sono le 9.30 – La piccola folla si raduna nei pressi della porta. Si sale finalmente. Mi siedo vicino al finestrino. Di fronte a me si siedono 2 ragazzi. Un terzo mi siede accanto. Provengono da Vicenza e hanno prenotato un B&B a Gallipoli per 5 giorni. Hanno già un programma in mente. Doccia e poi via di corsa a caccia di “gallinelle”. Beata gioventù.

Ore 9.35 – Il treno parte. Come previsto, niente aria condizionata. I ragazzi sbuffano. Il caldo è insopportabile. I ragazzi aprono il finestrino per disperazione. L’aria che entra è di poco conforto.

Ore 9.45 – Il treno si ferma. Guardo la tabella degli orari. Nessuna fermata è prevista. E difatti ci troviamo nel bel mezzo della campagna. I ragazzi sono perplessi. Pure io. Che cosa sta succedendo?Prima di riuscire a venirne a capo, il treno riprende la sua corsa. Corsa per modo di dire. E’ di una lentezza snervante.

Ore 10 – Seconda fermata: Zollino. Questa volta è una sosta prevista sulla carta. Scendono gli extracomunitari. Dentro fa un caldo boia. E l’aria è sempre più rarefatta.

Ore 10.10 – Terza fermata: Galatina. Scendono un paio di persone. Si comincia a boccheggiare. Com’è che il bigliettaio non si è ancora fatto vivo? Boh. Il treno accelera leggermente. Finalmente un po’ d’aria fresca!

Ore 10.33 – Quarta fermata: Nardò Centrale. A questo punto l’aria è diventata assolutamente irrespirabile. AIUTO! HELP ME! Per fortuna stiamo per arrivare a destinazione. Lo si intuisce dagli ulivi mutilati dalla Xylella.

Ore 10.45 – Arriviamo a Gallipoli. Ci dirigiamo al binario 1 punto d’arrivo della navetta per Baia Verde.

Ore 11.00 – Da lontano si intravede la vettura. Impressionante! Sembra il trenino del Bronx. Ci sono graffiti ovunque. Saliamo. Qualcuno si affretta a comunicarci che la fermata per Baia Verde è la seconda. Meno male. Che strano, però! Tempo 10 minuti e il bigliettaio arriva a controllare i nostri biglietti. Mah!

Ore 11.05 – Si parte finalmente.

Ore 11.10 – Prima fermata: Gallipoli via Salento.

Ore 11.12 – Arrivo. Siamo in piena campagna. Oh my God! Rassegnati e armati di trolley i ragazzi si apprestano a scendere per compiere l’ultima traversata. Altri 20 minuti a piedi! Ma si può?????

A quanto pare, qui da noi si.