“Salentoterapia”? Intanto le strade si tingono, ancora, di rosso

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L’Editoriale

IncidentiNon trattiamo quasi mai di cronaca nera. La linea editoriale del nostro quotidiano, come più volte condiviso con voi, segue altre tematiche. È una scelta volontaria ma, qualche volta, è la cronaca nera a suonare al tuo campanello e non puoi fare a meno di raccontarla.

C’è rabbia in redazione questa mattina. Noi che spesso ci occupiamo di tematiche sociali, dal randagismo alla tutela dell’ambiente, alla sicurezza stradale, ci ritroviamo di fronte alla morte, nostro malgrado. Una morte che, forse e si sottolinea forse, poteva essere evitata se, la lungimiranza di qualche amministratore, avesse regalato a noi tutti strade più sicure.

Oggi fa rabbia sentir parlare di “Salentoterapia”!

Dovremmo aprire gli occhi e qualche volta dire la verità. Abbiamo spiagge stupende, un mare da invidia, paesaggi meravigliosi sui quali poi è passato l’uomo ed ha distrutto tutto. Sbancate le dune e cementato, fatte quattro strade con qualche spartitraffico, il gioco è fatto: si va al mare e possiamo decantare la nostra terra come attrazione turistica.

Ma perché non diciamo la verità? Perché accanto alle cose buone non raccontiamo quelle cattive, che dovrebbero farci vergognare? No, non si può, facciamo del male al Salento, gli facciamo cattiva pubblicità. E allora mentiamo, illusi di fare del bene.

Invece no, peggioriamo la situazione. Bisogna dire che moltissime strade ancora non sono in sicurezza, che ci sono incroci i cui semafori lampeggiano di sabato notte in piena estate. Ci sono incroci che ancora aspettano una rotatoria, strade che collegano i lidi al centro della città. Ecco la “Salentoterapia”! Impari a cavartela nella jungla e, se sei un turista del nord, potresti trovarti in situazioni mai viste, magari a dirigere il traffico su strade che non conosci a seguito di un mortale. Si, forse siamo arrabbiati e stiamo esagerando ma la verità va detta. Il mestiere del giornalista ti mette di fronte a tante realtà ma, alla morte, non ci si abitua mai. Vedere una giovane vita spegnersi sull’asfalto ruvido e cocente è una storia che non vorremmo mai raccontarvi, perché andare a letto con ancora nella testa le urla e le invocazioni degli operatori del 118 che, disperatamente, tentano di riportare alla vita è un trauma per chiunque.
La verità è che sulle nostre strade troppo spesso si muore, si muore di una morte che si poteva evitare se, e solo se, i soldi, seppur pochi, venissero investiti nei tempi corretti, su ciò che davvero conta.
Non è ammissibile che, in piena stagione estiva, uno degli incroci più importanti di Porto Cesareo abbia il semaforo lampeggiante. Forse non è ammissibile che nel 2013 quello sia ancora un incrocio a X e non una sicura e comoda rotatoria. E chi se ne importa dei parcheggi blu, delle concessioni dei lidi, degli hotel che spuntano come funghi, cosa offriamo veramente ai turisti e ai villeggianti della zona? Oltre al pregio esclusivamente naturale (per il quale possiamo ringraziare solo il buon Dio) di cosa si può vantare la nostra terra salentina? E non importa se sia una storia uguale in tutta Italia, non costituisce alibi.

Ogni estate le strade nell’interland di Porto Cesareo si tingono di rosso. Una strage che ha il nome di molti colpevoli che fanno spallucce e la fanno franca. Ad onor del vero c’è da dire che alcuni investimenti sono stati fatti. Sulla Leverano – Porto Cesareo è ormai prassi il rondò. Altri snodi si stanno aprendo sulla Nardò – Avetrana ma il cuore di queste arterie viene, troppo spesso, dimenticato. La litoranea e l’accesso ai lidi è ancora un calvario. La politica del fare, in questo caso, non è sufficiente. Consapevoli che quella del si sarebbe dovuto fare non serva più a nulla, si dovrebbe sposare quella del fare in fretta perlomeno! 

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