A Natale puoi… anche fare un passo indietro

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Caro Babbo NataleCaro Babbo Natale,

qualcuno dirà che non ho più l’età per scriverti una letterina. Io credo che non sia così. I desideri sono pur sempre desideri a sette, diciotto o quarant’anni e, almeno quelli, neanche Equitalia può portarceli via. Nel giorno dell’Immacolata mi sembra finalmente di respirare l’aria natalizia, così ho pensato di scriverti perché avevo bisogno di parlare con te.

Mi domandavo: se chiedessi ad un bambino del nostro secolo: “Cos’è il Natale?” cosa mi risponderebbe?

Ecco di quella risposta io ho paura. Avrei il terrore di provare pena per un bambino convinto che il Natale sia un magico giorno in cui un fantoccio vestito di rosso porti regali a destra e manca per il mondo, a bordo di una slitta volante.

Caro Babbo Natale, quel fantoccio, ahimè, sei tu!

I bambini si domandano se tu esisti per davvero, alcuni di loro restano incantati dalla tua magia o scioccati per aver scoperto che dietro la barba si nasconda il loro papà! Ma tu, purtroppo, esisti per davvero e hai i piedi ben saldi nel mondo degli adulti, altro che elfi e renne dal naso brillante. Sei la genialata di una multinazionale e l’unica cosa che trasporti sulla tua slitta è il consumismo; nulla che abbia a che fare col Natale in realtà! Il mio desiderio per questo Natale è che tu dia il buon esempio e faccia un passo indietro. Si Babbo Natale, fai un passo indietro per favore, torna nella lattina dalla quale sei uscito e ridacci il nostro Natale. Vorrei davvero tanto che quel bambino a cui chiedo: “Cos’è il Natale?” mi rispondesse, con tutta la dolcezza e l’ingenuità della sua età, “Il compleanno di Gesù Bambino”.

So che quel bambino non mi risponderà mai così, il cuore mi si stringe. Non può rispondere così perché quel bambino, nel periodo di Natale, è abituato a vagare per le vie dei centri commerciali, a caccia di regali inutili per la zia che non sopportiamo, il nipotino odioso che ci ha distrutto il divano e per la solita indigesta suocera. Sarà convinto che il Natale è un periodo di palle e festoni luccicanti, di luci abbaglianti.

Quel bambino, invece, dovrebbe essere in giro per Chiese a visitare i presepi fatti dai ragazzi del catechismo, mentre mamma e papà gli raccontano la storia della nascita di Gesù. Quel bambino dovrebbe essere a casa della nonna con tanto di grembiule mentre, tutto sporco di zucchero e farina, prepara i dolci tipici della tradizione. Sempre quel bambino, dovrebbe essere nella sua casa, vicino al camino acceso e giocare allegramente a tombola con gli amici scanzonati di mamma e papà.
Invece no, è seduto sul divano con la Tv accesa a rimbambirsi, a fare il pieno di pubblicità di inutili giocattoli che costruiscono i suoi desideri e bisogni. Quel bambino del Natale impareràche basta dire: “Voglio questo! Voglio quello!” e tutto si avvera.

Caro Babbo Natale te ne prego: fa’ un passo indietro! Lasciaci vivere il nostro Natale, quello profumato di dolci fatti in casa, quello cristiano fatto di preghiere e commozione. Lascia che quel bambino cresca con l’insegnamento più grande che il Natale di Gesù ci ha insegnato: si può essere Re anche in una fredda capanna tra stracci e paglia.

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